Riassunto analitico
Il carcinoma cutaneo a cellule squamose (SCC) è uno dei tumori più comuni, è altamente aggressivo, ed in molti casi può metastatizzare e dare recidive. La disponibilità di modelli sperimentali che riproducono le caratteristiche della patologia è fondamentale per lo studio del tumore stesso, e per sviluppare nuove terapie. I modelli in vitro comprendono le colture cellulari ed i più raffinati skin-equivalent, modelli tridimensionali della patologia. Molto sfruttate solo le linee cellulari di SCC, che però hanno alta variabilità genetica dovuta al prolungato mantenimento in coltura. In letteratura, pochi lavori utilizzano cellule ottenute dal materiale bioptico, sia per motivi etici, che di scarsità del materiale. In questo lavoro si è cercato di caratterizzare il comportamento dell’SCC in vitro, partendo da piccole biopsie e quindi da poche cellule. Lo scopo è stato quello di valutare se la coltura di SCC è un buon modello per lo studio del tumore. Abbiamo quindi determinato le migliori condizioni di coltura per ottimizzare l'attecchimento delle cellule ed eliminare eventuali contaminazioni da fibroblasto. Quindi, abbiamo osservato che gli SCC in coltura mantengono alti livelli di E-FABP e survivina, e bassa espressione di CK15, come osservato nelle biopsie. I livelli di CK10 ed involucrina in vitro sono simili a quelli delle cellule normali, come osservato in vivo. Le cellule di SCC in coltura sono poco suscettibili al differenziamento e all’apoptosi UVB-indotta; queste cellule hanno una maggiore capacità di migrazione e di proliferazione rispetto ai cheratinociti normali. Quando le cellule di SCC vengono poste in sospensione tendono a differenziare, come osservato nei cheratinociti normali. E’ stato poi messo a punto un modello di skin equivalent di SCC caratterizzato da un epitelio pluristratificato con uno strato basale, disorganizzato. Si osserva inoltre la formazione di foci di invasione di cheratinociti nel derma, indice di invasività. La caratterizzazione in immunoistochimica del modello conferma una distribuzione simile al vivo per i marker del differenziamento. Al contrario, la distribuzione di ki67 e survivina è poco coerente con i dati delle colture bidimensionali: ki67 è poco espresso e survivina si presenta nel citoplasma di tutte le cellule tumorali. Con questo studio si è dimostrato come i cheratinociti di SCC ottenuti dalla biopsia e coltivati per pochi passaggi mantengano molte delle caratteristiche che il tumore ha in vivo, costituendo una buona alternativa alle linee cellulari. Queste cellule, e la loro caratterizzazione, costituiscono una fonte attendibile per studi futuri sul ruolo dell’apoptosi nei meccanismi di mantenimento e ricorrenza del tumore.
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