Riassunto analitico
Il termine allelopatia deriva dalla parola greca “allelòn” (uno verso l’altro) e “pathos” (sofferenza) e significa "danno reciproco" o "sofferenza". Fu usato per la prima volta nel 1937 dallo scienziato austriaco Hans Molisch nel libro Der Einfluss einer Pflanze auf die andere - Allelopathie (L'effetto di piante l'una sull'altra). Essa è un fenomeno conosciuto sino dai tempi più antichi: per oltre 2.000 anni, è stata riportata in letteratura per quanto riguarda l’interazione tra le piante. L’allelopatia, difatti, studia le interazioni tra piante, funghi, alghe e batteri con gli organismi che vivono in un determinato ecosistema. Tali interazioni sono mediate dai metaboliti secondari, chiamati anche come allelochimici, prodotti dalle piante attraverso diverse vie biosintetiche, a partire dalla fotosintesi. Successivamente, essi vengono rilasciati nell'ambiente attraverso diversi meccanismi: decomposizione fogliare, essudazione, lisciviazione e volatizzazione da diverse parti delle piante. Di conseguenza, l’allelopatia è una scienza multidisciplinare in cui ecologisti, chimici, scienziati del suolo, agronomi, biologi, fisiologi vegetali e biologi molecolari offrono le loro competenze per dare una visione complessiva delle complesse interazioni che avvengono in un determinato ecosistema. In quali campi, pertanto, può essere applicata l’allelopatia? Come risultato di questi studi, si prevedono le applicazioni dell’allelopatia soprattutto in agricoltura. Innanzitutto, lo sviluppo di colture allelopatiche (consociazione; rotazione delle colture; colture di copertura; pacciamatura) aiuta a gestire la comparsa di erbe resistenti agli erbicidi sintetici. Inoltre, sappiamo che l’aumento della popolazione, la povertà, il degrado ambientale e l’uso di erbicidi sintetici sono interdipendenti e strettamente collegati e quindi influenzano la sicurezza alimentare globale e la stabilità dell’agricoltura mondiale. Da un lato, diverse erbe infestanti, insetti e altri parassiti hanno causato ogni anno un’enorme perdita di produttività delle colture agricole. D’altra parte, l’uso di insetticidi sintetici, erbicidi, fungicidi e altri pesticidi ha disturbato in modo significativo l’ecologia delle comunità biotiche negli ecosistemi agricoli e naturali, portando alla distruzione dell’equilibrio ecologico nelle catene alimentari. Pertanto, gli allelochimici rilasciati dalle piante, potrebbero essere un’importante fonte di prodotti chimici agricoli alternativi. Di conseguenza, possono essere utilizzati anche come sostituti ecologici di erbicidi sintetici e altri pesticidi. Per quanto riguarda l'ambito medico, le sostanze allelochimiche possono essere altresì impiegate per la produzione di prodotti farmaceutici a base vegetale. Per sfruttare al meglio il fenomeno dell’allelopatia, la ricerca futura dovrà concentrarsi sui meccanismi della selettività allelochimica, sulle loro modalità di azione, sulla loro interazione con specie diverse e sui modi per implementarli. Con la moderna tecnologia nel campo della genetica, della biologia molecolare e della biochimica, abbiamo il potenziale per conoscere gli allelochimici in modo molto dettagliato.
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