Riassunto analitico
Il suicidio è un fenomeno con un impatto rilevante sulla salute pubblica che interessa ogni anno circa 703 000 persone in tutto il mondo, di cui 4000 in Italia. Anche tra gli adolescenti e i giovani adulti tra i 15 ei 29 anni, i decessi per suicidio sono in costante crescita e hanno rappresentato la quarta causa di morte a livello globale nel 2019. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce il suicidio come una priorità di salute pubblica e raccoglie dati sulla mortalità, compresa la prevalenza e le modalità dei suicidi. Non esiste una terminologia univoca per cui con il termine suicidio vengono indicati tutti gli atti e i gesti associati a ideazione suicidaria, tentato suicidio e suicidio completato. Sono stati identificati diversi fattori di rischio individuali, ambientali, culturali associati al suicidio, e il rischio varia in funzione dell’età, del sesso, dell’etnia e dell’orientamento sessuale. Nel presente lavoro di tesi è stato analizzato, in particolare, il suicidio come reazione avversa ai farmaci. Numerosi studi scientifici, infatti, indicano che alcune classi di farmaci potrebbero aumentare il rischio di suicidio nei pazienti in seguito a terapia farmacologica. Quando si studia l’associazione tra assunzione di farmaci e rischio di sviluppare comportamenti suicidi bisogna valutare attentamente tutti i possibili e vari fattori di rischio associati al suicidio. Ad esempio, il rischio di suicidio è un tratto fenotipico e strettamente correlato a molte delle malattie psichiatriche di cui possono soffrire i pazienti farmacologicamente trattati. La percentuale di suicidi completati in soggetti con malattie psichiatriche varia tra il 60% e il 98% di tutti i suicidi. Le classi di farmaci analizzate nella presente tesi comprendono antidepressivi e ipnotici, ma anche antiepilettici, antipsicotici, anticorpi monoclonali, la finasteride, gli interferoni, l’idrossiclorochina, la vareniclina e i contracettivi ormonali. Il rischio di suicidio aumenta se più farmaci o farmaci e sostanze vengono assunti insieme. Questi farmaci sono stati oggetto dell’attenzione da parte della Food and Drug Administration (FDA) che ha emesso, per alcuni, un avviso di scatola nera ovvero un avviso rivolto ai consumatori che il farmaco approvato può avere effetti collaterali gravi e potenzialmente fatali. La FDA raccomanda di utilizzare la Columbia SIB Severity Rating Scale (C-SSRS) come strumento convalidato per valutare l’ideazione e il comportamento suicidario correlati al trattamento negli studi clinici. I meccanismi biologici e molecolari alla base dell’associazione tra comportamenti e atti suicidari con la terapia farmacologica non sono ancora chiari. L’ipotesi più accreditata vede coinvolti più sistemi neurotrasmettitoriali. In particolare, un ruolo importante nell’eziopatogenesi del suicidio sembra averlo la neuroinfiammazione. Il rischio di suicidio è spesso sottovalutato poiché difficile da individuare e analizzare. Esistono, infatti, diverse complicanze alla base degli studi clinici che esaminano i potenziali rischi suicidi associati a terapie farmacologiche. Gli studi devono tenere conto di innumerevoli fattori genetici, personali e, ambientali che possono influenzare il trattamento. La prevenzione del suicidio rappresenta oggigiorno uno degli obiettivi centrali per la salute della popolazione mondiale, e deve essere effettuata sia a livello individuale che a livello generale sulla popolazione.
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Abstract
Suicide is a phenomenon with a significant impact on public health that affects about 703 000 people worldwide every year, of whom 4000 are in Italy. Even among adolescents and young adults between the ages of 15 and 29, deaths by suicide were steadily growing and accounted for the fourth leading cause of death globally in 2019. The World Health Organization (WHO) recognizes suicide as a public health priority and collects data on mortality, including the prevalence and modalities of suicides. There is no unambiguous terminology for which the term suicide refers to all acts and gestures associated with suicidal ideation, attempted suicide and accomplished suicide. Several individual, environmental, and cultural risk factors associated with suicide have been identified, and the risk varies according to age, gender, ethnicity, and sexual orientation. In the present thesis, suicide as an adverse drug reaction has been analyzed.
Numerous scientific studies, in fact, indicate that some classes of drugs could increase the risk of suicide in patients following drug therapy. When studying the association between taking medication and the risk of developing suicidal behaviors, all possible and different risk factors associated with suicide should be carefully evaluated. For example, the risk of suicide is a phenotypic trait closely related to many psychiatric diseases that pharmacologically treated patients may suffer from. The percentage of completed suicides in individuals with psychiatric illnesses ranges between 60% and 98% of all suicides.
The class of drugs evaluated in this thesis include antidepressants and hypnotics, antiepileptics, antipsychotics, monoclonal antibodies, finasteride, interferons, hydroxychloroquine, varenicline, and hormonal contraceptives. The risk of suicide increases if multiple medications or medications and substances are taken together. These drugs have been the subject of attention by the Food and Drug Administration (FDA) which has issued, for some, a black box warning or a warning addressed to consumers that the approved drug can have severe and potentially fatal side effects. The FDA recommends using the Columbia SIB Severity Rating Scale (C-SSRS) as a validated tool to assess treatment-related suicidal ideation and behavior in clinical trials.
The biological and molecular mechanisms underlying the association between suicidal behaviors and actions with drug therapy are not yet fully clarified. However, the most accredited hypothesis involves multiple neurotransmitter systems. In particular, an important role in the etiopathogenesis of suicide seems to have been played by neuroinflammation.
The risk of suicide is often underestimated as it is difficult to detect. There are, in fact, several complications underlying clinical trials that examine the potential suicide risks associated with drug therapies. Studies must take into account countless genetic, personal, and environmental factors that can influence treatment.
Suicide prevention is one of the central objectives for the health of the world's population today and must be carried out both individually and overall, on the population.
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