Riassunto analitico
L’aumento dell’informazione da parte delle persone per il settore dell’alimentazione non si riferisce, ad oggi, esclusivamente alla composizione nutrizionale degli alimenti stessi o ai loro metodi di preparazione, ma sta avendo un forte richiamo anche tutto ciò che ruota attorno agli sprechi alimentari. Lo spreco alimentare, infatti, non rappresenta solo un problema di tipo etico di fronte all’insicurezza alimentare mondiale, ma gli effetti che ne derivano si ripercuotono negativamente sull’ambiente, portando al rilascio inutile di gas serra in atmosfera e causando un conseguente utilizzo vano di energie e suolo. Proprio per questo è possibile agire tentando di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera, dalla produzione della materia prima, dalla sua movimentazione e trasformazione, fino alle case dei consumatori, in cui il tasso di spreco è più elevato che in tutte le altre fasi. Questo studio ha avuto lo scopo di verificare la reale durata della shelf life secondaria del latte, per osservare se il prodotto potesse risultare accettabile per il consumo oltre i 3-4 giorni di conservazione dopo la prima apertura che normalmente vengono riportati in etichetta. Lo scopo, dunque, è quello di evitare lo spreco di latte ancora accettabile. Per poter condurre la ricerca sono state effettuate analisi chimico-fisiche, microbiologiche e sensoriali; sono stati presi in considerazione sistemi diversi di utilizzo del prodotto e di 5 diversi ambienti domestici, per aumentare la variabilità connessa all’uso del latte nelle case dei consumatori. I dati ottenuti hanno mostrato risultati incoraggianti che possono rendere questo tipo di ricerca applicabile a molti prodotti alimentari favorendo la riduzione dello spreco domestico.
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