Riassunto analitico
Introduzione: Dalla analisi della letteratura, il ruolo terapeutico della clorexidina (CHX) rimane largamente indefinito. Il controllo degli ecosistemi orali ha un significato rilevante nella finalizzazione dei casi clinici parodontali, specialmente quelli che comportano terapie chirurgiche. Esso, oltre che su base chimica, si basa anche sul controllo meccanico che negli ultimi tempi ha acquisito una maggiore efficienza in rapporto a strumentazioni migliori e a protocolli più idonei. Lo scopo di questo studio è quello di comparare i principali outcomes clinici parodontali (PD, BoP; REC) a seguito di terapia parodontale a lembo seguendo 3 differenti protocolli: 1) spazzolamento post-chirurgico portato a termine con mezzi e protocolli ultimativi ed il supporto di CHX dotata di sistema anti discolorazione (ADS); 2) protocollo portato a termine con il supporto della suddetta terapia meccanica ma con CHX priva di ADS; 3) controllo basato solo sull’utilizzo esclusivo della terapia meccanica. Materiali & Metodi: Verranno selezionati pazienti in buona salute sistemica, non fumatori o comunque entro le 20 sigarette al giorno, dotati di un buon grado di compliance, maggiorenni e non oltre i 70 anni, non in stato gravidico/puerperale. A livello orale dovranno essere affetti da un grado medio/moderato di malattia parodontale con almeno 2 elementi dentali con una profondità di tasca (PD) 4 mm per un sestante. Nel momento in cui inizierà la sperimentazione i pazienti dovranno già avere terminato la terapia causale. L’apertura di una busta anonima, non rapportabile in modo assoluto al paziente nella fattispecie, selezionerà il tipo di trattamento post-chirurgico (T1, T2 o C) cui sottoporre il paziente. Le valutazioni cliniche saranno eseguite pre-intervento (baseline), a 1, 2, 4 settimane dall’intervento, a 3 ed a 6 mesi. La placca raccolta dal paziente in sede sovragengivale sarà esaminata dal punto di vista proteomico al baseline e a 4 settimane per valutare una sua eventuale variazione. Risultati: I risultati clinici presentano rilievi statisticamente significativi favorevoli per il parametro PD e REC all’utilizzo dei presidi clorexidinati. Tuttavia considerando in modo integrato PD e REC in rapporto alla perdita di attacco clinico, sostanzialmente non si notano differenze tra i tre gruppi di trattamento. L’analisi proteomica dei siti di intervento mostra che a un mese si ha una presenza maggiore di spot proteici nel gruppo con CHX senza sistema di controllo discolorazione (T2).
Conclusioni: L’utilizzo o il non utilizzo del collutorio alla clorexidina, sia esso provvisto di sistema ADS o meno, non ha prodotto vantaggi dal punto di vista biologico. I risultati sono stati soddisfacenti in tutti i bracci di trattamento semplicemente utilizzando un dentifricio non medicato, sciacquando con acqua corrente ed attenendosi scrupolosamente alle prescrizioni dell’odontoiatra senza ricorrere ad altri trattamenti chimici degli ecosistemi. La capacità di “macchiare” della clorexidina, specie quella senza ADS, provoca sicuramente un aumento della rugosità superficiale che a sua volta è in grado di incrementare la substantività e, con essa, la deposizione di biofilm e quindi la formazione di ecosistemi. Tale situazione si riscontra comunemente ma è molto significativo che si trovi anche in questi pazienti molto motivati e ben addestrati alle misure igieniche, e dotati fin dai primi momenti di strumenti per il controllo meccanico della placca. Tale situazione è sicuramente un argomento su cui si dovrà meditare in rapporto all’utilizzo sistematico della clorexidina nei tempi futuri.
|