Riassunto analitico
Questo lavoro di tesi studia gli effetti delle politiche attuate dal governo per incentivare l’occupazione in Italia. Per indagare l’effetto che tali politiche, riflettono sull’andamento delle assunzioni, nel mercato del lavoro, si contemplano indicatori come il tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione. Il governo italiano deve risolvere il trade-off tra la necessità di creare maggiore flessibilità nel mondo del lavoro e quella di garantire ai lavoratori maggiore stabilità. Al fine di garantire maggiore stabilità si sono susseguite diverse riforme che vanno dal credito d’imposta del 2000 al decreto del 5/10/2012 che fornisce un incentivo ai datori di lavoro richiedenti, per la trasformazione di un contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Proprio sull’analisi degli effetti di tale decreto si concentra tale lavoro. Con il decreto il Governo mette a disposizione dei datori di lavoro italiani un totale di incentivi pari a 232.000.000€ che vanno divisi nella misura di 12.000€ per le trasformazioni di contratti full-time, 6.000€ per i contratti part-time al 50% e 8.400€ per i contratti part-time al 70%. Questi incentivi sono stati erogati in base al principio “first come, first served” cioè a chi prima presentava domanda. Nel primo capitolo si illustrano nella prima parte le riforme proposte dai governi di alcuni paesi europei, per incentivare le imprese nell’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato e nella riduzione della disoccupazione. In modo particolare ci si sofferma sulle riforme proposte dal governo italiano a partire dalla prima metà degli anni Novanta fino all’ultimo decennio, fornendo un’ampia descrizione della politica analizzata. In secondo luogo si dedica una parte del capitolo all’analisi dell’utilizzo del contratto a tempo determinato nel mercato del lavoro a livello europeo, considerando tre paesi: il Regno Unito con una situazione diametralmente opposta a quella italiana, con una minore tutela del lavoratore; la Spagna e la Francia con un quadro legislativo molto simile a quello italiano. Nel secondo capitolo si descrive il metodo di analisi. Un primo approccio alla valutazione degli effetti che gli incentivi hanno prodotto sulla stabilità dei lavoratori italiani si ha attraverso il metodo delle differenze nelle differenze, che permette di depurare l’effetto della politica effettuando in maniera congiunta un confronto pre-post ed uno tra trattati e non, eliminando gli elementi che distorcono la stima. Dal metodo diff-in-diffs si passa alla regressione lineare con regressori multipli, che permette di giungere alla stima del modello completo tramite cui si evidenzia l’effetto imputabile alla politica che influisce sulla probabilità di ottenere la trasformazione per il gruppo dei trattati. Il capitolo tre procede con un’analisi statistica avente ad oggetto i dati panel CICO del Ministero del lavoro in cui è racchiuso un campione delle Comunicazioni Obbligatorie di alcuni lavoratori subordinati. Il campione conta oltre 9 milioni di osservazioni e l’effetto registrato sui trattati è pari al 20%. Questo dato viene applicato al totale delle trasformazioni registrate in Italia nel periodo della politica per contare effettivamente il numero dei contratti trasformati grazie all’erogazione degli incentivi. Avendo il numero dei contratti a livello italiano è possibile, conoscendo l’ammontare dei fondi, calcolare la spesa media per ciascun contratto. Nel quarto capitolo l’analisi statistica si ripete per i dati panel delle CO relative alla Regione Emilia Romagna individuando un impatto pari al 14% , con 565 trasformazioni imputabili alla politica. Concludendo, tale politica è sicuramente più efficace degli incentivi alle assunzioni dirette perché permette di agire su lavoratori già analizzati in precedenza.
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