Riassunto analitico
La tesi ha per oggetto lo studio dell’impatto del sistema di trasferimenti sociali italiano nel contrastare i fenomeni di povertà, diseguaglianza ed esclusione sociale. I trasferimenti in questione sono rappresentati da integrazioni al trattamento minimo, sussidi di disoccupazione, assegni familiari, indennità di disabilità, sussidi connessi all’eduzione, sussidi per l’abitazione, trasferimenti connessi all’esclusione sociale di particolari categorie di individui. Quello che ci si chiede è se tali trasferimenti permettano effettivamente alle famiglie in difficoltà, identificate come le famiglie con reddito disponibile equivalente - precedente i trasferimenti sociali - inferiore alla soglia di povertà relativa, di migliorare le proprie condizioni di disagio economico-sociale. A tal fine, sono stati utilizzati i campioni di famiglie intervistate nell’ambito di tre indagini IT-SILC: due indagini sezionali, relative agli anni 2007 e 2011, e un’indagine longitudinale, relativa al periodo 2007-2010. In questo modo, è stato possibile svolgere due analisi: la prima, secondo un approccio statico, in cui si sono misurati gli effetti del sistema assistenziale pubblico confrontando un anno precedente l’attuale crisi economico-finanziaria con uno in cui essa era ormai consolidata da circa un triennio; la seconda, secondo una prospettiva dinamica, in cui si sono rilevate le dinamiche relative al medesimo campione di famiglie, osservato in quattro periodi temporali consecutivi. L’analisi statica si è concentrata prevalentemente sulla misurazione degli effetti dei trasferimenti sociali sui principali indicatori di diseguaglianza e povertà, sullo studio della distribuzione di questi trasferimenti tra le famiglie dei campioni e sull’analisi della probabilità di beneficiare dell’intervento pubblico date alcune particolari caratteristiche socio-demografiche dei potenziali destinatari. Nella seconda analisi è stato, inoltre, possibile studiare i fenomeni di povertà ed esclusione sociale in una prospettiva dinamica, riuscendo ad individuare e quantificare i casi di caduta o uscita dallo stato di povertà, nonché le situazioni di povertà temporanea o permanente. Dalle analisi in questione è emersa un’evidenza comune, circa la solo parziale copertura offerta dal vigente sistema assistenziale nei confronti delle famiglie povere in termini di reddito pre-trasferimenti, che non interessa tutte le famiglie povere, ma solo una percentuale delle stesse, sempre inferiore al 70%. Inoltre, la condizione reddituale di una famiglia povera non rappresenta sempre l’elemento determinante per accedere agli strumenti di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Infatti, tra i poveri, solo quelli che presentano particolari caratteristiche socio-demografiche vedono aumentare la proprie probabilità di beneficiare dei trasferimenti pubblici, creando delle forti discriminazioni fra gli stessi. Probabilmente, l’adozione di criteri maggiormente incentrati sulla condizione reddituale delle famiglie disagiate, verificata con massimo rigore e trasparenza, renderebbe il vigente sistema di trasferimenti sociali più efficiente e meno iniquo. Si tratta di criticità che incidono negativamente sia sull’efficienza statica che su quella dinamica dei trasferimenti stessi, rafforzando la necessità di una profonda revisione degli attuali strumenti di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
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