Riassunto analitico
Il glioblastoma multiforme (GBM) è un tumore maligno di IV grado che coinvolge il sistema nervoso centrale (SNC). È considerato il più aggressivo di tutti i tumori cerebrale e colpisce individui di tutte le età e le etnie, mostrando inoltre un aumento del tasso di incidenza anno dopo anno. Ciò che rende questo tumore letale è la capacità di queste cellule di attuare un meccanismo definito “transizione epiteliale-mesenchimale” grazie al quale hanno la possibilità di migrare e penetrare attraverso le barriere e le pareti dei tessuti per colonizzare nuovi ambienti favorevoli alla loro crescita. La terapia attuale del GBM prevede la rimozione chirurgica della massa tumorale seguita da radioterapia e chemioterapia. Tuttavia, a causa dell’alterata barriera ematoencefalica, della resistenza ai farmaci antitumorali attualmente in uso e della dispendiosa ricerca e scoperta di nuovi principi attivi, risulta utile ricorrere ad approcci alternativi. Uno di questi potrebbe essere l’utilizzo della terapia combinatoriale, ossia la somministrazione contemporaneo di diversi principi attivi, in modo da diminuire la dose di farmaco e gli effetti collaterali e allo stesso tempo aumentare l’efficacia della terapia. Inoltre negli ultimi anni una serie di ricercatori hanno mostrato particolare interesse nello studio di piante come fonte per lo sviluppo di composti farmacologicamente attivi, in particolare della Cannabis Sativa nel caso del GBM. Maggiore attenzione si è data al Cannabidiolo (CBD), una delle sostanze maggiormente presenti in questa pianta e che si è visto avere un effetto benefico su una serie di patologie, tra cui il GBM. L’obiettivo di questa tesi di ricerca è quello di andare a valutare gli effetti che ha il CBD in vitro su linee cellulari di gliobastoma U87MG e T98G. Tramite una serie di saggi come Wound Healing, Cell Tracking e Plate Colony Assay si va a vedere come il CBD può avere effetti inibitori su migrazione, proliferazione e invasione cellulare, al fine di ridurre la capacità delle cellule tumorali di espandersi e provocare metastasi. In questo modo un composto come il cannabidiolo può rivelarsi un approccio alternativo rispetto alle terapie già in uso, al fine di aumentare l’efficacia e diminuire la mortalità e la ricorrenza del GBM.
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