Riassunto analitico
Riassunto tesi compilativa POTENZIALI BENEFICI DELL’INTEGRAZIONE DIETETICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON Laureanda: Bertesi Martina Relatore: Avallone Rossella Le malattie neurodegenerative sono in costante aumento, causando disagi sia ai pazienti stessi che alle loro famiglie. I trattamenti terapeutici attualmente disponibili possono soltanto rallentare la progressione della malattia, che si diagnostica quando i danni indotti dall’invecchiamento o dallo stress ossidativo sono elevati. Questo studio ha analizzato la malattia di Parkinson e i benefici dell’integrazione di specifici nutrienti nel coadiuvare la terapia con i farmaci in commercio o nel ritardare lo stress ossidativo e il danno indotto dai radicali liberi. In particolare, si è analizzato l’effetto della caffeina, delle vitamine C, D, E, della niacina e degli antociani. Di seguito riportiamo alcuni degli effetti più caratteristici di queste sostanze. La caffeina inibisce i recettori A1 e A2A dell’adenosina con effetto neuroprotettivo e contrasta la degenerazione dei neuroni dopaminergici. Inoltre, quest’ultima funge da fattore protettivo per la barriera ematoencefalica riducendo l’infiammazione dovuta all’attivazione della microglia. La vitamina E si è mostrata preventiva per il morbo di Parkinson perché inverte la plasticità sinaptica alterata e impedisce la perdita di neuroni dopaminergici. La vitamina C, invece, porta a una riduzione degli effetti collaterali associati alla L-DOPA perché per la sua idrosolubilità è trasportata difficilmente a livello neuronale senza portare ad effetti preventivi. La vitamina D porta all’attivazione di fattori neurotrofici, che aumento gli enzimi antiossidanti della cellula come la superossido dismutasi o la glutatione perossidasi, e inibisce l’aggregazione di proteine mal ripiegate di α-sinucleina. Anche i polimorfismi del gene del recettore della vitamina D sono rilevanti per la predisposizione alla malattia o per altri segni caratteristi come l’instabilità posturale. La niacina, invece, stimola la produzione di dopamina a livello striatale e sequestra gli ioni metallici che sono coinvolti nella generazione di radicali liberi. Anche, la nicotinammide, una forma vitaminica della niacina, è neuroprotettiva perché contrasta lo stress ossidativo e i danni ad esso associati, ad esempio, inibendo l’eccessivo rilascio del citocromo c e preservando l’integrità vascolare cerebrale. Infine, gli antociani e i loro metaboliti sono composti antiossidanti che inibiscono gli effetti associati ai radicali liberi generati, ad esempio, dell’eccesso di glutammato, da un’elevata concentrazione di Ca2+ che porterebbero all’attivazione della microglia o degli astrociti. I risultati emersi sono soddisfacenti, ma si auspica ad ulteriori analisi a lungo termine così da valutare gli effetti benefici sulla malattia e sui sintomi caratteristici. Sarebbe consigliabile condurre ulteriori studi preventivi perché questa patologia è difficile da diagnosticare precocemente e, se si trovasse un modo per prevenirla o rallentarla già dallo stadio iniziale anche attraverso la dieta varia, si potrebbero utilizzare prodotti in commercio sicuri e di facile reperibilità. Inoltre, si dovrebbe identificare la dose associata agli effetti benefici nella malattia poiché è complesso veicolare queste sostanze in specifiche aree corporee, come il cervello, e eccedere per fare fronte a questa problematica porterebbe a effetti collaterali indesiderati.
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