Riassunto analitico
Questo lavoro di tesi si colloca nell’ambito della pedagogia interculturale ed è stato svolto attraverso il progetto “Fare scuola in carcere” promosso dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Il progetto approfondisce il concetto di “sistema formativo integrato” che mira a permeare i molteplici luoghi, le profondità e l’intero corso della vita. La motivazione che mi ha spinta a scegliere questo argomento è il desiderio di approfondire l’istruzione per gli adulti e l’abbattimento di stereotipi e pregiudizi che aleggiano sull’istituzione scolastica in carcere e sui detenuti. Una delle grandi sfide della scuola in carcere è insegnare ad apprendere, lavorando sulla componente motivazionale, affettiva e sociale. Il seguente elaborato è strutturato in tre parti Nel primo capitolo vengono delineati i presupposti teorici alla base della pedagogia interculturale. Questa parte si concentra sull’educazione come elemento costitutivo dell’esistenza, processo costante e continuo, ponendo l’attenzione alle competenze e strategie necessarie per l’educazione degli adulti. Attraverso questa base si conclude mirando alla decostruzione dell’immaginario della scuola per gli ultimi, prendendo consapevolezza della rimozione collettiva nei confronti del carcere, riflettendo sui limiti e sui fallimenti dell’istituzione, per studiarne i possibili percorsi di inclusione sociale e romperne l’isolamento. Nella seconda parte dell’elaborato si procede con la definizione e l’inquadramento dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) e l’illustrazione della normativa di riferimento, per poi soffermarsi sulla scuola in carcere collocata all’interno dei CPIA. Nel terzo Capitolo, si ricostruisce l’esperienza personale inquadrandola nello specifico contesto. Attraverso la narrazione dell’esperienza sul campo si mira a proporre una riflessione volta al superamento degli stereotipi e dei pregiudizi per costruire una reale ed autentica educazione umana alla libertà.
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