Riassunto analitico
Le infezioni da Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) rappresentano un problema di sanità pubblica. Negli Stati Uniti nel 2020, secondo quanto riportato dai centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), si sono verificati 9.800 decessi a causa del batterio, con un aumento dei casi di infezioni nosocomiali da MRSA del 13% rispetto al 2019. A seconda dei sintomi del paziente e della suscettibilità agli antibiotici, il trattamento di tali infezioni prevede l’utilizzo di vancomicina, daptomicina o linezolid oppure di altri antibiotici di seconda scelta. Sebbene siano presenti diversi farmaci efficaci contro MRSA, il batterio può potenzialmente sviluppare resistenza a tutti questi agenti con conseguente fallimento terapeutico. La soluzione migliore al fine di combattere tale fenomeno è rappresentata dallo sviluppo di nuovi principi attivi, insieme a un corretto utilizzo degli antibiotici e a un miglioramento della diagnostica e della sorveglianza. Lo sviluppo di nuove molecole risulta tuttavia complesso, lungo e costoso. Negli ultimi anni i ricercatori si sono concentrati pertanto su terapie alternative a quella antibiotica, tra cui le lisine fagiche, enzimi litici prodotti dai batteriofagi alla fine del ciclo di replicazione, in grado di legarsi e successivamente scindere componenti altamente conservati della parete batterica. Come risultato il batterio è rapidamente ucciso. Exebacase (ex CF-301), una potente D-alanil-L-glicil endopeptidasi, rappresenta la prima lisina ad essere entrata in sviluppo clinico negli Stati Uniti. In combinazione agli antibiotici SOC (standard of care), exebacase si è rivelato efficace nel trattamento delle infezioni originate da diversi ceppi di S. aureus resistenti agli antibiotici, incluse quelle associate ai biofilm. Possiede uno spettro di attività ristretto, importante al fine di evitare un danneggiamento della flora batterica benefica dell’organismo, e una bassa probabilità di sviluppo di resistenza da parte dei patogeni verso cui risulta attivo. Attualmente si trova in sviluppo preclinico per le infezioni della cute e dei tessuti molli e le osteomieliti originate da S. aureus e in fase III di sviluppo clinico per la SAB (batteriemia da S. aureus). In caso di positività dei risultati degli studi, exebacase potrebbe divenire una valida alternativa terapeutica per il trattamento delle infezioni originate da stafilococchi resistenti agli antibiotici, tra cui le infezioni del sangue, le endocarditi, le polmoniti, le infezioni della cute e dei tessuti molli e delle ossa e delle protesi articolari.
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