Riassunto analitico
I soggetti più svantaggiati nel mondo lavorativo, in questo determinato periodo storico, risultano essere i giovani e i lavoratori dopo i 50 anni di età.Questa tesi si propone lo scopo di affrontare il tema del Lavoro Giovanile analizzando le diverse tipologie contrattuali che di solito vengono utilizzate per i giovani. Prima di entrare nel merito della questione occorre fare un passo indietro e capire chi sono i giovani e quali sono le loro aspettative nel mondo del lavoro. Quando si parla di giovani occorre fare un’importante distinzione: i bambini, gli adolescenti e coloro che hanno già raggiunto la maggiore età. La legge n° 977 del 17 ottobre 1967 disciplina la tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti. L’articolo 2 afferma che il bambino è il minore che non ha ancora compiuto i 15 anni di età o che è ancora soggetto all’obbligo scolastico; l’adolescente è il minore di età compresa tra i 15 e i 18 anni di età che non è più soggetto all’obbligo scolastico. L’età minima per l’ammissione al lavoro, secondo tale decreto non poteva essere inferiore ai 15 anni compiuti, tuttavia negli ultimi anni sono state apportate importanti modifiche (legge n° 296 del 2006 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato). L’ obbligo di istruzione riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni e tale obbligo è finalizzato a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. I giovani sono considerati i “soggetti deboli” della società, ossia sono coloro che hanno maggiori difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. Nel primo capitolo sarà approfondito l’apprendistato che rappresenta un contratto di subordinazione a tempo indeterminato con lo scopo di: dare stabilità al lavoro giovanile e ridurre il numero di adulti senza qualifica permettendo di completare il ciclo di studi fino al diploma professionale (apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale). L’apprendistato è un contratto a “causa mista”, in quanto ha una doppia finalità: regola lo scambio tra prestazione del lavoratore e retribuzione data dal datore di lavoro e prevede che il lavoratore faccia una esperienza formativa. Tale formazione è volta a fare acquisire all’apprendista maggiori conoscenze e abilità in un determinato settore spendibili nel mondo del lavoro.Il secondo capitolo sarà focalizzato sullo studio dell’alternanza scuola- lavoro e sui tirocini formativi (curriculari, non curriculari, post- laurea e di orientamento).L’alternanza scuola-lavoro è una modalità di apprendere in continuità con quanto si fa a scuola, non ha il carattere dell’occasionalità, è progettata e guidata dalle istituzioni scolastiche ed è regolata da decreto legislativo specifico. L’elemento tipico dell’alternanza è lo stage, ossia un’esperienza che lo studente vive in un contesto aziendale. Verranno poi analizzati i tirocini attivati in particolare presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Nel terzo capitolo verranno analizzate le diverse tipologie di contratti flessibili utilizzate soprattutto per giovani, che determinano la loro precarietà e maggiore flessibilità (dal punto di vista dei salari, dei tempi e funzionale). Infine, nel quarto capitolo si analizzerà l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani diversamente abili analizzando la normativa vigente in materia. Il collocamento al lavoro dei disabili è previsto per favorire la loro indipendenza economica ed integrazione sociale, affinchè lo svolgimento di quella attività lavorativa possa ridurre lo stato di emarginazione e di isolamento di cui i disabili spesso sono vittime.
|