Riassunto analitico
La tesi analizza la funzione del teatro documentale sorto in Argentina a metà degli anni Ottanta del XX secolo, come strumento per l’elaborazione e il superamento di un trauma collettivo prodotto dal terrorismo di Stato attuato dal regime civile e militare (1976-1983). Nell’analisi della produzione artistica post-dittatoriale abbiamo posto particolare attenzione alla tematica dei legami familiari, perché elemento propulsore della poetica di un teatro documentale declinato con una inedita poetica degli affetti che lavora sulla differenza psicologica tra lutto e melanconia. Ciò ha dato luogo a un prodotto artistico il cui fine era, da un lato, favorire un’elaborazione del lutto praticabile e, dall’altro, affrontare il tragico vissuto degli hijos apropiados. Il lavoro prende in esame cinque opere teatrali. Mi mamá y mi tía (Vivi Tellas, 2003), utile a focalizzare la nascita del teatro documentale in Argentina e più in generale in America Latina: si tratta di persone che portano in scena la loro vita reale e declinano la dimensione familiare secondo una poetica degli affetti. El año en que nací e Melancolía y manifestaciones (entrambi di Lola Arias, 2012) vengono analizzate insieme per le forti analogie tra i temi trattati da Arias (la “seconda generazione”, la “post-memoria” e la sua relazione con gli anni della dittatura). Infine, verranno esaminate due opere teatrali prodotte nell’ambito delle iniziative del Teatro x la Identidad: Instrucciones para un coleccionista de mariposas (Mariana Eva Pérez, 2010) e Vic y Vic (Erika Halvorsen, 2007): entrambe sono risultato del lavoro di un collettivo di origine istituzionale che, in questo caso, mette in scena una testimonianza indiretta sugli hijos apropiados e i desaparecidos. Le conclusioni del lavoro hanno evidenziato che il carattere liminale del teatro documentale argentino della post-dittatura lo rende una pratica che si muove al confine tra realtà e finzione, tra teatro e vita, tra intrattenimento e rituale collettivo. In questo modo, il teatro assurge a rituale e svolge la sua funzione di elaborazione del trauma di un’intera comunità.
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Abstract
The aim of this final dissertation is to analyse the function of the documentary theatre born in Argentina in the mid-1980s, as a way to process a collective trauma caused by the State terrorism perpetrated by the civil-military dictatorship (1976-1983).
Firstly, the work deals with the analysis of the post-dictatorship artistic production, which pays particular attention to the topic of family ties, seen as originator of the documentary theatre poetic, developed through a new poetic of feelings, which works on the psychological difference between mourning and melancholia. This led to the creation of a work of art which could make a viable grieving process possible; and, at the same time, could deal with the tragic experience of the hijos apropiados.
Moreover, this work is based on the study of five theatre works. Mi mamá y mi tía (Vivi Tellas, 2003), which is helpful to determinate the birth of the documentary theatre in Argentina and more broadly in Latin America. It consists of people who stage their real lives and their family ties through the poetic of feelings. El año en que nací and Melancolía y manifestaciones (both by Lola Arias, 2012) are investigated together as they share some strong analogies between the topics Arias deals with in both works (the “second generation”, the “postmemory” and its relationship with the dictatorship years). Lastly, two works will be taken into account, which were produced in the context of Teatro x la Identidad: Instrucciones para un coleccionista de mariposas (Mariana Eva Pérez, 2010) and Vic y Vic (Erika Halvorsen, 2007). They are both considered important as they are the result of an institutional production which, in this case, stages an indirect testimony about the hijos apropiados and the desaparecidos.
To conclude, we can state that, due to its liminal nature, the Argentine post-dictatorship documentary theatre becomes an artistic practice which lies between reality and fiction, life and theatre, entertainment and ritual. Therefore, it becomes possible for it to carry out the function of processing the trauma of an entire community.
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