Riassunto analitico
La depressione maggiore è un disturbo dell’umore causato dalla combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali e psicologici. Il trattamento più comune per la depressione maggiore è rappresentato dagli antidepressivi e la categoria di farmaci prescritta più frequentemente dagli psichiatri è quella degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI); la loro efficacia è però risultata essere variabile e incompleta: il 60-70% dei pazienti trattati in monoterapia con SSRI non sperimenta la remissione e il 30-40% non sviluppa una risposta significativa al trattamento. Tale efficacia incompleta, potrebbe essere spiegata da una nuova ipotesi denominata modello di suscettibilità non orientata al cambiamento. Questo modello propone una relazione non diretta tra i livelli di serotonina e cura della depressione: un aumento dei livelli di serotonina indotto dalla terapia antidepressiva con SSRI, non consente di per sé il recupero della depressione, ma incrementa la plasticità neurale che a sua volta rende l’individuo più suscettibile all’influenza dell’ambiente; di conseguenza, il trattamento con SSRI in un ambiente favorevole porterebbe ad una riduzione dei sintomi depressivi, mentre il trattamento in un ambiente stressante potrebbe portare ad un peggioramento della psicopatologia. Questa ipotesi è stata validata da studi preclinici condotti su topi, trattati con fluoxetina o veicolo in ambiente arricchito o stressante. In particolare, in uno studio topi maschi adulti C57BL/6, sono stati trattati per 21 giorni con fluoxetina o veicolo in ambiente arricchito o stressante, dopo l’esposizione a 14 giorni di stress volto a indurre un fenotipo simile alla depressione, ed è stato valutato l’effetto del trattamento su endofenotipi molecolari, cellulari e comportamentali di depressione. I risultati ottenuti hanno dimostrato che gli endofenotipi di depressione sono stati influenzati dal trattamento con l’SSRI fluoxetina in base alla qualità dell’ambiente di vita; infatti, i topi trattai con fluoxetina in ambiente arricchito, hanno avuto nel complesso un maggior miglioramento dell’endofenotipo depressivo rispetto ai relativi controlli, mentre in ambiente stressante hanno avuto un peggioramento. Il modello di suscettibilità non orientata al cambiamento è inoltre supportato da studi clinici che mostrano che gli effetti degli antidepressivi sono modulati dalle condizioni di vita, in particolare da fattori socioeconomici come reddito e livello d’istruzione, e da studi che mostrano che i pazienti depressi hanno una maggior probabilità di suicidarsi quando provengono da un contesto socioeconomico povero o quando si verificano periodi di grave crisi economica. La qualità dell’ambiente di vita quindi oltre ad essere un fattore chiave nell’insorgenza della depressione è anche fondamentale nel modulare la risposta al trattamento antidepressivo e ciò contribuirebbe a spiegare l’efficacia variabile degli SSRI che è stata riscontrata nella pratica clinica. Viene dunque proposto di intraprendere un approccio di medicina personalizzato, nel quale i pazienti vengano opportunamente trattati per evitare effetti dannosi sulla psicopatologia e ottenere un miglioramento della condizione depressiva. Ciò potrebbe essere ottenuto insegnando ai pazienti ad affrontare le condizioni difficili di vita, ad esempio per mezzo della terapia cognitivo-comportamentale.
|