Riassunto analitico
Dal 2007 in avanti, la Cina, con Hu Jintao prima e Xi Jinping poi, oltre alla crescita economica sta perseguendo un aumento del suo soft power, un miglioramento della sua immagine internazionale e della sua capacità di incidere nella definizione delle dinamiche globali. In riferimento a questi obiettivi, nel 2013 il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, ha annunciato al mondo la strategia globale della Cina: la "Belt and Road Initiative" (BRI). Essa è un'iniziativa globale in quanto coinvolge oltre 60 Paesi, dislocati su diversi continenti e prevede investimenti in molteplici settori, compresi quelli dell'ICT. Il fabbisogno finanziario richiesto dalla BRI è talmente elevato, che la Cina da sola non è in grado di far fronte a tutti gli investimenti, dunque è stato necessario il coinvolgimento di istituti finanziari internazionali, quali la World Bank e la costituzione di nuovi istituti, appositamente per l'iniziativa, come ad esempio il Silk Road Fund. La strategia globale cinese è volta a far proseguire il percorso di crescita e di sviluppo economico di Pechino, ponendo così rimedio a quei fattori che ne hanno causato il suo recente rallentamento. Dall'analisi degli investimenti BRI messi in atto fino a questo momento, la Federazione russa sembra essere il Paese maggiormente coinvolto nell'iniziativa. In particolare, a partire dal 2014, numerosi sono stati i progetti BRI realizzati in Russia nel settore dei trasporti ed in quello energetico, mentre attualmente si stanno sviluppando quelli in ambito digitale. Il progetto cinese è stato fortemente condiviso dalla Russia, in quanto si adatta perfettamente alla politica di Putin, nota come "Pivot to Asia", che consiste nel rivolgersi sempre più verso Oriente, concentrandosi sullo sviluppo della regione del "Far East" russo, anche a seguito del deteriorarsi dei rapporti con l'Unione Europea e delle sanzioni imposte dall'occidente. Gli effetti che la Belt and Road Initiative genererà nel futuro sulle dinamiche globali sono difficili da prevedere; ciò che è certo è che l'Unione Europea ha avanzato delle perplessità, soprattutto in merito alla trasparenza e alle condizioni di libero mercato dei progetti cinesi, decidendo, di conseguenza, di proporre una propria strategia di connessione Europa-Asia.
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