Riassunto analitico
Introduzione L’adenocarcinoma gastrico rimane ancora oggi una neoplasia ad elevata mortalità nel mondo occidentale, nonostante la costante diminuzione dell’incidenza e l’introduzione di nuove terapie mediche. La resezione chirurgica rappresenta il principale trattamento curativo per il cancro gastrico avanzato (T2-4 e/o N+) e la chemioterapia perioperatoria permette di aumentare la sopravvivenza a 5 anni del 6-14%. Tuttavia, più del 50% dei pazienti con neoplasia dello stomaco sottoposti ad un trattamento multimodale sono destinati a sviluppare una recidiva di malattia. Scopo Questo studio si propone di analizzare l’outcome chirurgico e la risposta ai trattamenti chemioterapici nei pazienti con cancro gastrico avanzato, al fine di individuare ed analizzare i principali fattori prognostici e predittivi utili al clinico per elaborare una migliore strategia terapeutica. Metodi Sono stati individuati 157 pazienti con diagnosi istologica di adenocarcinoma gastrico seguiti presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena tra il 2010 e il 2018. Sono stati raccolti i dati clinici della degenza post-operatoria, dei trattamenti chemioterapici e del follow up oncologico, valutando in particolare i fattori prognostici e predittivi maggiormente correlati al rischio di sviluppare una recidiva in seguito alla resezione gastrica. I dati sono stati analizzati attraverso modelli univariati e multivariati di regressione di Cox, e sono state costruite curve di sopravvivenza libera da recidiva tramite lo stimatore Kaplan-Meier e il test Log-Rank. Risultati L’89% dei pazienti aveva un ECOG PS di 0-1 alla diagnosi; la sede della neoplasia era prevalentemente distale, mentre l’interessamento della giunzione gastroesofagea è stata del 5%; il 13% dei casi è stato diagnosticato allo stadio I, il 25% allo stadio II e il 62% allo stadio III; la maggior parte dei pazienti (77%) aveva una neoplasia scarsamente differenziata; il 49% ha subito una chemioterapia adiuvante. La gastrectomia è stata eseguita con un intervento di chirurgia tradizionale nel 92% dei casi, solo il 4% dei pazienti ha subito un intervento in laparoscopia e il restante 4% un intervento misto. Il 25% dei pazienti ha sviluppato complicanze durante il post-operatorio, che sono state trattate principalmente in modo conservativo o interventistico, solo in 3 casi si è reso necessario un secondo intervento chirurgico. La durata media della degenza chirurgica è stata di 13,7 giorni, con una significativa differenza tra i pazienti che hanno sviluppato complicanze (22,8 giorni), rispetto ai pazienti senza complicanze (10,9 giorni). La mortalità è stata del 2,5%. Tra i principali fattori prognostici e predittivi analizzati, sono stati individuati come fattori prognostici indipendenti ECOG PS (HR=2,51, 95% CI=1,31-4,83, p=0,006), invasione vascolare (HR=2,62, 95% CI=1,33-5,14, p=0,005), interessamento linfonodale (HR=3,04, 95% CI=0,88-10,40, p=0,078), NLR (HR=3,50, 95% CI=1,93-6,33, p<0,001). Conclusioni I risultati ottenuti confermano i dati in letteratura, individuando quattro fattori prognostici indipendenti strettamente associati al rischio di recidiva di malattia. Di questi, due sono legati alla neoplasia (angioinvasione e interessamento linfonodale) e due sono legati al paziente (ECOG PS e NLR), avvalorando l’ipotesi che la progressione della malattia dipende sia dall’aggressività ed estensione della neoplasia, sia dalle condizioni generali del paziente e dalla risposta infiammatoria sistemica che sviluppa.
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