Riassunto analitico
Molti impianti di depurazione, tutt’ora esistenti in Italia, presentano situazioni non all’altezza degli standard di qualità e sicurezza. Si tratta d’impianti di vecchia data con strutture spesso deteriorate dal tempo e tecnologie che non permettono una gestione ottimale dei processi; da qui nasce la necessità di rinnovarli. In questo lavoro vengono affrontate le problematiche di un impianto di piccola/media capacità (circa 5000 AE): impianto di Castel d’Ario in provincia di Mantova, gestito da Tea Acque, ente presso cui è stata svolta l’attività di tirocinio. Si tratta di un impianto con strutture deteriorate e tecnologie di funzionamento obsolete. Inoltre, si hanno problemi riguardanti il funzionamento del comparto biologico; questi dovuti a scarichi da fognatura mista. Attraverso il confronto fra dati reali e dati da produzione standard, si è potuto fare una prima valutazione sull’andamento reale delle caratteristiche chimiche del refluo in ingresso. Di conseguenza si sono potute stabilire le problematiche operative dell’impianto. Mediante l’utilizzo del software di modellazione BIOWIN è stato possibile rielabolare le modalità di funzionamento dell’impianto attuale. Dai risultati delle varie simulazioni è emersa la difficoltà di gestione dell’attuale tecnologia di trattamento. Alla fine del lavoro, in collaborazione con Tea, si è deciso di rinnovare l’impianto dal punto di vista strutturale e tecnologico. In particolar modo, le tecnologie di trattamento tenute in considerazione sono: il reattore cicli alternati a fanghi attivi con sedimentatore o, in alternativa, l’utilizzo di tecnologia MBR.
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