Abstract
La malattia di Alzheimer è stata identificata per la prima volta nel 1906. Uno dei suoi segnali più contraddistintivi è l’accumulo di depositi extracellulari di proteina beta-amiloide, che si è scoperta originarsi dal clivaggio consecutivo ad opera di due proteasi (beta e gamma secretasi) della proteina precursore della beta amiloide (APP), che risulta essere predominante su un altro clivaggio fisiologico (denominato non-amiloidogenico poiché non produce beta-amiloide) ad opera della alfa-secretasi.
Il mio progetto di tesi si è prefissato lo studio dell’interrelazione tra l'età, il sesso e lo sviluppo della malattia di Alzheimer. L'età in questa patologia è il più importante fattore di rischio riconosciuto a livello mondiale, ma in alcuni paesi le donne tendono a essere più colpite degli uomini, con circa il 63% dei casi. Diversi fattori sono stati proposti per spiegare questo collegamento ma le ragioni non sono ancora state chiarite completamente. Recenti ipotesi si sono concentrate su come l'espressione e l'attività dei recettori estrogenici e delle loro vie di segnalazione cambino durante l'invecchiamento nei cervelli di uomini e donne e anche tra individui ammalati e sani. Si crede infatti che una riduzione nei livelli di estrogeni durante la menopausa nelle donne giochi un ruolo fondamentale nell'aumentata incidenza della malattia di Alzheimer.
L’elaborato riporta lo studio dell'espressione di varie proteine coinvolte nei processi di secrezione della beta-amiloide, in relazione tra età e sesso utilizzando campioni di estratti di corteccia frontale da uomini e donne giovani, di mezza età e anziani e da uomini e donne sani o malati di Alzheimer. In particolare, l’espressione proteica è stata misurata e confrontata nei campioni maschili e femminili utilizzando la tecnica del Western blotting, allo scopo di evidenziare possibili discrepanze. Sono stati anche analizzati i dati relativi all’espressione di APP ricavati attraverso la tecnica ELISA negli stessi campioni, allo scopo di valutare sue possibili variazioni attraverso i sessi e le varie fasce di età.
I risultati ottenuti hanno evidenziato incrementi significativi nella proteina precursore della beta-amiloide durante l’invecchiamento tra i campioni di sesso femminile, ed un aumento significativo della principale α-secretasi (ADAM-10) durante l’invecchiamento nei campioni di sesso maschile. Entrambi questi risultati aprono scenari interessanti nell’analisi delle interdipendenze tra i due fattori di rischio per eccellenza nela malattia di Alzheimer quali, appunto, età e sesso.
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