Riassunto analitico
Il presente elaborato è dedicato allo studio della disciplina dello smart working nel settore bancario attraverso l’analisi della contrattazione collettiva. La digitalizzazione, la trasformazione tecnologica e l’utilizzo pressochè esclusivo di strumenti informatici hanno cambiato profondamente la natura del lavoro favorendo la diffusione e lo sviluppo dello smart working, che è considerato uno dei prodotti dell’evoluzione organizzativa aziendale adattata ai cambiamenti del mercato del lavoro. Sulla base di tali considerazioni, viene di seguito esaminata l’applicazione del lavoro agile nelle banche, per spiegare le ragioni per le quali, effettivamente, in tale settore sussista una certa convenienza nell’accesso a tale modalità di lavoro. In considerazione dei cambiamenti legati a questa nuova forma di organizzazione del lavoro, il legislatore attraverso la Legge 22 Maggio n. 81/2017 ha disciplinato lo smart working al fine di adeguare l’organizzazione del lavoro al nuovo panorama produttivo ed economico. In seguito, l’indagine mira ad analizzare e descrivere il ruolo della fonte collettiva e del diritto delle relazioni industriali nella concreta implementazione di tale modalità lavorativa, stante il rilevante spazio che nella gestione del modello organizzativo è lasciato alle parti (individuali e collettive). In particolare l’analisi si focalizzerà sulle modalità attraverso le quali viene applicato il lavoro agile nelle banche dal punto di vista delle relazioni industriali in relazione agli accordi esistenti e alla loro evoluzione. Successivamente l’elaborato che segue si propone di descrivere gli aspetti regolamentati dalla contrattazione collettiva approfondendo specificatamente la tematica del potere disciplinare, del controllo e dei limiti rispetto alla tutela della privacy all’interno del lavoro agile nel settore bancario. Infine, lo studio è completato da una comparazione riguardante le modalità con le quali viene regolamentato lo smart working all’interno di due istituti bancari - il gruppo Crédit Agricole e il gruppo BNP Paribas - che possiedono sedi non solo in Italia, ma anche in altri Paesi dell’Unione Europea, in particolare nello stato francese.
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