Riassunto analitico
Al giorno d’oggi viene riconosciuta sempre di più l’importanza di sovrappeso e obesità riguardo al possibile impatto prognostico sia nella popolazione generale sia in quella oncologica, in particolare in riferimento al carcinoma della mammella. L’eccesso di adipe corporeo è infatti un noto fattore di rischio per lo sviluppo di un tumore mammario soprattutto nelle donne in post-menopausa. Negli ultimi anni, diversi studi hanno inoltre dimostrato che sia la risposta patologica completa (pCR) che la sopravvivenza libera da malattia possono essere influenzate da un’eccessiva quantità di tessuto adiposo. Obiettivo del presente studio è validare il ruolo della TC nella determinazione dei dati antropometrici in una coorte di pazienti con neoplasia mammaria localmente avanzata sottoposte a chemioterapia neoadiuvante, per stabilire il ruolo predittivo e prognostico dell’obesità e della distribuzione del grasso corporeo nei confronti della risposta al trattamento proposto e degli outcomes di sopravvivenza. A tal fine è stato condotto in collaborazione con il Day Hospital del Centro Oncologico Modenese dell’azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena uno studio osservazionale retrospettivo su 402 pazienti, delle quali 117 rientravano nei criteri di inclusione, trattate con chemioterapia neoadiuvante per carcinoma mammario localmente avanzato. Oltre ai parametri clinici e anatomo-patologici classicamente valutati nella pratica clinica sono stati raccolti i dati riguardanti l’Indice di Massa Corporea (BMI) e i seguenti fattori antropometrici: Area del Grasso Viscerale (VFA), Area del Grasso Sottocutaneo (SFA), Lumbar Skeletal Muscle Index (LMCI), Liver/Spleen Ratio. Tali valori sono stati ricavati dalle immagini radiologiche TC o PET/TC effettuate al momento della stadiazione della neoplasia mammaria e successivamente correlati con la risposta al trattamento chemioterapico e con i maggiori outcomes di sopravvivenza, ovvero sopravvivenza globale (OS) e sopravvivenza libera da recidive (RFS). Dalla nostra analisi emerge una maggiore predisposizione all’obesità e all’accumulo di grasso viscerale nelle pazienti in post-menopausa (p-value < 0,05). Per quanto riguarda la risposta al trattamento, il 25,6% della popolazione ha ottenuto una risposta patologica completa (pCR). Pur non raggiungendo una significatività statistica, le pazienti con BMI ≥ 25 kg/m2, con eccesso di grasso viscerale (VFA ≥ 100 cm2), eccesso di grasso sottocutaneo (SFA ≥ 100 cm2) o presenza di steatosi epatica mostrano di avere tendenzialmente tassi minori di risposta alla chemioterapia. Riguardo all’analisi della sopravvivenza, dal nostro studio è emersa una associazione tra eccesso di VFA e aumento dell’OS (p-value < 0,05), in contrasto con quanto noto nella letteratura. Abbiamo ipotizzato che tale risultato possa essere stato influenzato da altri fattori, in particolare dalle caratteristiche biologiche tumorali, che risultano diverse a seconda dell’età delle pazienti e dello stato pre- o post-menopausale, quest’ultimo a sua volta correlato con l’aumento del VFA. Ai fini di una più precisa valutazione del ruolo del tessuto adiposo in queste pazienti, potrebbe essere utile considerare i risultati ottenuti distinguendo la popolazione in fasce di età, secondo lo stato pre- o post-menopausale, e analizzare i tassi di sopravvivenza e di risposta alla chemioterapia considerando separatamente le popolazioni con diversi sottotipi tumorali (HR+, HER2+ e TNBC).
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