Riassunto analitico
Background: L’artroprotesi totale di anca (THA) viene considerata come uno degli interventi ortopedici con più successo della sua generazione. La coxartrosi, o artrosi dell'anca, è una condizione di tipo cronico non infiammatoria, la cui terapia prevede inizialmente trattamenti conservativi, tuttavia la tendenza all’aggravamento progressivo fa sì che dopo un quantitativo di tempo variabile, la terapia diventi inefficace e risulti necessario l’intervento chirurgico. L’intervento può essere eseguito in maniera convenzionale oppure tramite tecnica robotica. Nel nostro caso il robot utilizzato per l’intervento di protesi totale di anca è il robot MAKO. Lo scopo dello studio era quello di valutare il risultato a medio termine dell’intervento di protesizzazione totale dell’anca con sistema MAKO e con tecnica tradizionale ma soprattutto confrontare le due tecniche. In particolare, l’obiettivo era verificare se una delle tue tecniche desse risultati migliori e per fare ciò sono stati valutati sia i risultati clinici che radiografici. Materiali e metodi: sono stati considerati due gruppi di pazienti, 104 pazienti (48 uomini e 56 donne) nell’intervento con tecnica tradizionale e 94 pazienti (45 uomini e 49 donne) per la tecnica robotica. Tutti gli interventi sono stati eseguiti presso la clinica ortopedica e traumatologica del Policlinico di Modena tra gennaio 2015 e maggio 2017. Tutti i pazienti sono stati operati con approccio laterale diretto. Per ogni paziente sono state effettuate le misurazioni dell’angolo di inclinazione del cotile, della dismetria e dell’offset su Rx post-operatorie. Inoltre, sono stati somministrati i questionari WOMAC e Harris Hip Score. Il Test t con due campioni assumendo varianze diverse è stato utilizzato per valutare le differenze fra i due gruppi. Il livello di significatività statistica è stato fissato a P < 0,05. Risultati: Non ci sono state differenze statisticamente significative dal punto radiografico fra le due tecniche. L’angolo di inclinazione del cotile è risultato 41,7 ± 4,3 ° (MAKO) e 39,8 ± 7,7° (tradizionale), la dismetria -1,6 ± 8,7 mm (MAKO) e -1,4 ± 9,8 mm (tradizionale), la differenza nell’offset totale -1 ± 10,7 mm (MAKO) e -1,6 ± 7,2 mm (tradizionale). Dal punto di vista clinico entrambi i gruppi di pazienti partivano da una condizione simile, 64,2 ± 10,8 (MAKO) e 64,8 ± 13,5 (tradizionale) per il WOMAC, 37,1 ± 11,9 (MAKO) e 37,8 ± 13,8 (tradizionale) nell’HHS. Si sono verificati miglioramenti maggiori per la tecnica robotica in entrambi gli scores. In particolare, il differenziale Harris era 49,5 ± 13,5 (MAKO) e 45,8 ± 13,9 (tradizionale), mentre il WOMAC 51,9 ± 14,7 (MAKO) e 47,1 ± 13,3 (tradizionale), quest’ultima differenza è risultata statisticamente significativa (P = 0,016). Discussione e conclusioni: Il nostro studio ha dimostrato che entrambe le tecniche chirurgiche portano ad importanti miglioramenti per i pazienti dal punto di vista clinico come evidenzia l’alto valore medio differenziale per entrambe le scale utilizzate (HHS e WOMAC). Abbiamo riscontrato una maggior riproducibilità tramite tecnica robotica per quanto riguarda il posizionamento della coppa acetabolare mentre non sono state trovate differenze statisticamente significative dal punto di vista della dismetria e dell’offset. Il MAKO ha dato risposte migliori ma non statisticamente significative rispetto alla tecnica tradizionale per quanto riguarda l’Harris Hip Score post-operatorio e differenziale mentre ha dato risultati marcatamente migliori, che infatti si sono dimostrati statisticamente significativi, nel WOMAC post-operatorio e differenziale. Il tasso di complicanze è risultato simile nei due casi e probabilmente queste sono da associare più al tipo di accesso che al tipo di tecnica utilizzata.
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