Riassunto analitico
La presente tesi di Laurea Magistrale “Uso delle lingue nelle istituzioni europee con particolare riferimento all’uso dell’italiano” sviluppa l’analisi linguistica e politica della redazione di documenti scritti nelle istituzioni europee. Nel corso degli anni gli eventi storici hanno determinato un’evoluzione politica e sociale europea, inducendo al progetto istituzionale per l’organizzazione degli stati che ambivano a far parte di una unificazione politica continentale. Al giorno d’oggi a questa organizzazione viene attribuito il nome di Unione Europea ed è formata da 28 paesi membri. L’argomento delle lingue e del loro utilizzo nell’Unione europea è tema di studio fin dalla sua nascita e la situazione delle numerose lingue vigenti in questa organizzazione, che sono esattamente 24 lingue ufficiali, rappresenta un fattore unico al mondo. L’uso democratico di tutte le lingue all’interno dell’Unione europea è la sua caratteristica principale, un pilastro su cui poggia l’intero sistema comunitario. Con la nascita dell’Unione europea, infatti, non si guarda più al multilinguismo come ad un insieme di assetti culturali e linguistici racchiusi in confini geografici delimitati, ma ad un agglomerarsi di lingue che convivono in simbiosi, non solo all’interno del nucleo europeo. Viene studiato il tema del multilinguismo nelle istituzioni europee e viene approfondito analizzando situazioni che nascono di conseguenza al multilinguismo. Questo viene analizzato non solamente a livello linguistico, ma anche facendo riferimento a leggi e regolamenti che rendono maggiormente comprensibile le modalità di utilizzo delle lingue nelle istituzioni dell’Unione europea. Esistono regolamenti comunitari che autorizzano i cittadini europei a rivolgersi nella propria lingua madre alle istituzioni comunitarie e ricevere una risposta nella medesima lingua. Pertanto esistono anche situazioni in cui alcune commissioni applicano normative nel rispetto del multilinguismo integrato, altre invece prediligono alcune lingue su altre. È per questo motivo che si giungerà ad affrontare il tema del regime linguistico all’interno delle istituzioni dell’Unione europea. Gli argomenti dell’”euroletto” e del ruolo di traduttori, interpreti, linguisti e giuristi sono concetti fondamentali nel servizio che viene svolto nelle istituzioni comunitarie, perché fungono da mediatori tra le istituzioni e i cittadini. L’”euroletto” viene analizzato in base a documenti tradotti nelle istituzioni europee. Essa è riconosciuta come una vera e propria lingua, nata conseguentemente alle traduzioni svolte nelle istituzioni europee. Per questo motivo sono molte le complicazioni lavorative in ambito traduttivo, tra cui problemi temporali e finanziari. Viene trattato anche il tema della lingua italiana, la quale ha una posizione considerevole in Europa e non solo. La sua importanza deriva dal fatto che, principalmente, l’Italia sia stata tra i paesi fondatori dell’Unione europea. Vengono presentati alcuni esempi di come vengono tradotti i documenti redatti nelle istituzioni europee, esponendo le possibili situazioni che possono generarsi da parte del lettore destinatario a causa di fattori linguistici-culturali differenti tra l’italiano e le lingue che godono di maggior privilegio nella redazione di documenti ufficiali comunitari.
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