Riassunto analitico
INTRODUZIONE. Lo shock settico è un sottogruppo della Sepsi caratterizzato da anomalie circolatorie e del metabolismo cellulare tanto severe da correlare con una mortalità > 40%. E' ormai noto come alla base della patogenesi della sepsi vi siano meccanismi molto complessi che vedono coinvolte diverse entità cellulari e molecolari in una catena di eventi pro ed antinfiammatori responsabili del danno d’organo e della morte cellulare. Per tale motivo alcune nuove strategie terapeutiche stanno percorrendo la via della rimozione di mediatori infiammatori circolanti mediante trattamenti depurativi extracorporei. Presso la Terapia Intensiva dell’Ospedale Universitario Policlinico di Modena sono stati impiegati dal 2009 al Settembre 2017 quattro differenti tipi di trattamenti depurativi extracorporei: Cytosorb, Toraymyxin, CPFA ed EMIC. A partire dal 2016 l'applicazione di tali trattamenti è guidata da un algoritmo interno al reparto costruito sulla base delle seppur scarse evidenze scientifiche presenti in letteratura. OBIETTIVI. Gli obiettivi di tale studio sono stati di valutare gli effetti dei trattamenti extracorporei sulla disfunzione d’organo, sull’emodinamica e sulla immunità dei pazienti trattati; Compiere una analisi comparativa degli outcomes della popolazione trattata rispetto ad una popolazione di controllo; Analizzare le modifiche nella selezione dei pazienti candidati, modalità e tempistiche di trattamento dopo l’introduzione dell’algoritmo sopramenzionato. METODI. Lo studio è stato condotto presso il reparto di Terapia Intensiva Polivalente (TIPo) dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena, sono stati considerati tutti i pazienti con shock settico sottoposti a trattamenti depurativi extracorporei nel periodo di tempo dal 2009 a Settembre 2017. La popolazione di controllo è stata selezionata per età, comorbidità e severità del quadro clinico comparabili alla popolazione trattata. RISULTATI. Nel periodo preso in analisi è stata sottoposta a trattamenti depurativi extracorporei una popolazione di 30 pazienti con shock settico con SAPSII score ed il SOFA score mediani nelle prime 24 ore di degenza di 70 e 13, SOFA mediano al momento di inizio del trattamento 16, dose media e massima di Noradrenalina tra il momento dello shock e l’inizio del trattamento di 0,46 e 0,72 mcg/Kg/min. Nei 4 giorni successivi ai trattamenti si è osservata una riduzione significativa delle componenti SNC, respiratoria e cardiovascolare del SOFA score, ma non del SOFA globale, calo dei dosaggi della Noradrenalina necessari a mantenere PAM adeguate, miglioramento del pH, dei Lattati sierici e della PCR. Il tasso di sopravvivenza ospedaliera e all’ICU è stato del 30%, 42,1% escludendo i pazienti cirrotici ed ematologici, non sono emerse differenze significative di outcomes tra le due popolazioni comparate. Alcuni sottogruppi di pazienti come i pazienti cirrotici, ematologici ed i pazienti con shock settico di partenza addominale hanno avuto sopravvivenza inferiore rispetto al resto della popolazione trattata. I pazienti trattati più precocemente hanno mostrato riduzione della durata di supporto amminico. Successivamente all’introduzione dell’algoritmo sopracitato il numero di trattamenti è incrementato, tuttavia l’aderenza a quest’ultimo è stata scarsa, non vi sono state sostanziali modifiche degli outcomes. CONCLUSIONI. Tali trattamenti di depurazione extracorporea costituiscono una preziosa chance terapeutica nel trattamento del paziente con shock settico refrattario, mancano tuttavia in letteratura dati sufficienti a guidare la selezione dei pazienti candidati e la scelta tra diversi tipi di trattamento disponibili in commercio. Per questo motivo sono necessari ulteriori raccolte dati ed analisi di casistiche più ampie al fine di ottenere una migliore validità scientifica dei dati raccolti in grado di condurre in futuro ad una applicazione più mirata di tali metodiche.
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