Riassunto analitico
L'ecotossicologia studia gli effetti delle sostanze chimiche sugli organismi nell'ambiente, con lo scopo finale di proteggere la struttura e il funzionamento degli ecosistemi. Gli effetti possono essere valutati su singole specie di organismi test selezionati o su batterie di specie differenti e dalle concentrazioni di sostanza ottenute è possibile stabilire livelli di sicurezza per le popolazioni e le comunità. L'ecotossicologia del suolo si sviluppa a partire dagli anni '60 con l'osservazione degli effetti negativi di pesticidi su invertebrati del suolo, quali vermi e Collemboli. Nel tempo sono aumentati i tipi di organismi studiati, gli endpoints valutati e le tipologie di test, che dagli anni '80 sono stati anche standardizzati da associazioni come OECD e più tardi ISO. Di recente ha conosciuto un notevole sviluppo che ne ha fatto una disciplina fondamentale nella connessione tra ecologia e biochimica. L'organismo scelto per questo lavoro è il collembolo Folsomia candida, ottimo modello sperimentale per il suo breve ciclo vitale, la sua riproduzione partenogenetica e per la facilità con cui si alleva in laboratorio. Nei due esperimenti eseguiti è stato seguito il protocollo ISO 11267 (2014) che propone un metodo standardizzato per valutare gli effetti di contaminanti sulla riproduzione di F. candida. Nel primo esperimento si è cercato, in primo luogo, di valutare l'effetto del cadmio, contaminante inorganico naturale presente nelle rocce e distribuito abbondantemente in ambiente dalle attività industriali umane, sulla riproduzione di F. candida Willem (1902), usando un terreno naturale standard LUFA 2.2. a due concentrazioni differenti (70 µg/g e 140 µg/g). In questo caso si è ossevata una differenza significativa con il controllo per la concentrazione più alta. Un secondo scopo dello stesso esperimento è stato quello di cercare di discriminare il livello della riproduzione su cui ha effetto la sostanza, basandosi sullo studio di d'Errico (2016) effettuato con il digestato. Per questo sono stati suddivisi gli organismi in classi di taglia associabili alle tre deposizioni; in questo caso non è stato possibile escludere alcun livello della riproduzione. Nel secondo esperimento si è cercato di valutare l'effetto di un altro contaminante: il digestato. Questa sostanza organica è un residuo della digestione anaerobica di rifiuti urbani e agro-industriali utilizzata per la produzione di biogas e che potrebbe essere usata in campo agricolo come miglioratore del suolo. Il suo effetto è stato testato su tre diversi tipi di terreno (due standard: OECD e LUFA 2.2 e un terreno di campo) a due concentrazioni differenti (2,5% e 5%). Anche per questo esperimento si è valutata la sopravvivenza, la riproduzione e il livello della riproduzione di F. candida. In questo caso si sono osservate importanti differenze nei tre suoli: il digestato presenta tossicità con il suolo OECD solo alla concentrazione più alta, mentre mostra un'alta tossicità nel suolo LUFA 2.2 anche alla concentrazione più bassa, in accordo con lavori precedenti. Per quanto riguarda il terreno di campo, sono stati rispettati i requisiti del protocollo ISO 11267 (2014) e dai risultati ottenuti il digestato non presenta effetti significativi sulla riproduzione. Questo studio sperimentale dimostra la variabilità intrinseca ad ogni esperimento e mette in luce la difficoltà di interpretazione dei risultati dei test ecotossicologici standardizzati. Questi test infatti, pur essendo definiti "standard", presentano diversi risultati di tossicità per una stessa sostanza in diversi tipi di suoli, come riscontrato anche in altri lavori. E' necessario quindi approfondire con nuovi studi i risultati ottenuti in questo lavoro sperimentale, al fine di contribuire al miglioramento delle conoscenze e della standardizzazione di questi test.
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