Riassunto analitico
BACKGROUND I pazienti ammessi in terapia intensiva per insufficienza respiratoria da COVID-19 molto spesso presentano una risposta immunitaria disregolata, responsabile di un aumentato rischio di sviluppo di infezioni secondarie e di riattivazioni virali. Tali eventi sembrano avere un importante impatto sull’outcome dei pazienti. (1)
OBIETTIVO L’obiettivo di questo studio è osservare se i pazienti critici COVID-19 che incorrono in infezioni secondarie o riattivazioni di CMV abbiano o meno un diverso fenotipo immunitario rispetto ai pazienti che non vanno incontro a tali eventi.
METODI Abbiamo effettuato uno studio osservazionale retrospettivo raccogliendo variabili correlate all’assetto immunologico nei pazienti ricoverati per insufficienza respiratoria da SARS-CoV-2 nel reparto di terapia intensiva del Policlinico di Modena nel periodo da gennaio a dicembre 2020. I dati sono stati raccolti in tutti i pazienti ad intervalli predefiniti secondo il protocollo di reparto di monitoraggio immunologico. Tali parametri sono stati comparati all’interno delle popolazioni di pazienti che hanno o meno sviluppato infezioni batteriche secondarie o riattivazioni virali nel corso del ricovero.
RISULTATI Sono stati inclusi 271 pazienti. 107 pazienti (40%) hanno sviluppato un’infezione batterica secondaria, le più frequenti erano polmoniti e batteriemie primarie. In tali pazienti si sono osservate una significativa riduzione della sopravvivenza (alla dimissione dall’ospedale 38,3% nei pazienti con sovrainfezione vs 79,4% nei pazienti senza), età più elevata, score SAPS II maggiore, numero maggiore di comorbidità e maggior uso di corticosteroidi. Nei pazienti con sovrainfezione batterica abbiamo osservato valori di neutrofili maggiori ai giorni 3 e 7, una mediana del numero di linfociti significativamente inferiore al terzo giorno, e un rapporto neutrofili su linfociti (NLR) maggiore all’ingresso e ai giorni 3 e 7. 67 pazienti (26%) hanno sviluppato riattivazione di CMV su sangue. In tali pazienti si è osservata una riduzione della sopravvivenza alla dimissione (34,3% nei pazienti con riattivazione virale contro 73,3% nei pazienti senza). Il gruppo con riattivazione virale aveva un’età mediana più elevata, valori più alti di SOFA e SAPS II score e un maggiore uso terapia corticosteroidea. I pazienti con riattivazione di CMV presentavano valori mediani inferiori di linfociti CD8+, CD16+ e CD19+, un rapporto NLR significativamente maggiore ai timing della prima settimana e valori più bassi di IgM alla seconda settimana rispetto al gruppo senza riattivazione.
CONCLUSIONI I pazienti ricoverati in terapia intensiva per insufficienza respiratoria da SARS-CoV-2 hanno un elevato rischio di sviluppare infezioni secondarie batteriche e riattivazioni virali. Tale rischio sembra maggiore nei pazienti più anziani, con più comorbidità, con scores clinici all’ingresso peggiori, con una degenza più lunga e che ricevono corticosteroidi. In accordo con la letteratura, bassi livelli di linfociti sembrano indicare un aumentato rischio di sviluppo di infezioni batteriche secondarie (2). Suscita inoltre interesse il rapporto NLR, rivelatosi significativamente maggiore nella prima settimana sia nei casi di sovrainfezione che in quelli di riattivazione di CMV.
1. Feng Y et al. COVID-19 with Different Severities: A Multicenter Study of Clinical Features. Am J Respir Crit Care Med. 2020;201(11):1380-1388. Ripa M et al; COVID-BioB study group. Secondary infections in patients hospitalized with COVID-19: incidence and predictive factors. Clin Microbiol Infect. 2021 Mar;27(3):451-457.
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