Riassunto analitico
Scopo dell’elaborato è offrire uno studio di matrice bibliografica sul comportamento del consumatore come soggetto economico e su come il diritto interviene per tutelarlo. Poiché il diritto dei consumatori è definibile come l’insieme delle norme giuridiche che riguardano il consumatore, nel primo capitolo si è ritenuto utile procedere ad una disamina relativa alle caratteristiche e le singole accezioni che la nozione di consumatore assume, secondo un excursus storico sull’introduzione e sull’uso del termine nell’ordinamento comunitario e italiano, e approfondendo poi l’evoluzione del concetto a livello giurisprudenziale. Con la nascita dell’economia comportamentale a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si è capito che l’individuo non agisce secondo i dettami razionali tipici della teoria economica classica, ma attua comportamenti definibili irrazionali, le cui principali caratteristiche vengono descritte nel capitolo 2. Gli errori cognitivi che contraddistinguono il comportamento dei consumatori hanno conseguenze sull’efficacia delle regolazioni del mercato e sulla tutela degli stessi; occorre perciò tenerne conto nella formazione delle suddette regole, attraverso tre possibili rimedi esposti nel capitolo 3, e individuati in forme di paternalismo (divieti), antipaternalismo (informazione ed educazione) o paternalismo libertario (Nudge Theory). In Italia la fonte principale di diritto dei consumatori è costituita dal Codice del Consumo, emanato con d.lgs 6 settembre 2005, n. 206. Esso racchiude la maggior parte delle disposizioni emanate dall'Unione Europea per la protezione del consumatore. Si sviluppa attorno a due piani di azione principali, l’educazione e l’informazione dei consumatori: l’obiettivo è rafforzare le loro abilità/conoscenze e responsabilizzarli, adottando strumenti che rispecchiano un approccio paternalistico libertario, tipici dell’empowerment cognitivo, che permettono ai consumatori di aumentare il proprio potere, contrastare quello dei fornitori e fronteggiare i propri errori.
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