Riassunto analitico
Il Cinema è stato, ed è tutt’oggi con immutata vitalità, mezzo di espressione e comunicazione per eccellenza, veicolo di un immaginario ricco di significati e accezioni. Dove non arriva la parola, arrivano invece le immagini e proprio per questo motivo, queste ultime sono spesso controllate ed edulcorate in modo tale da mitigarne la forza dirompente. È questo il caso della produzione cinematografica e audiovisiva legata alla varietà delle rappresentazioni su schermo della sessualità e dell’erotismo e di cui questo lavoro ne affronta tematiche, significati e limiti, in un tortuoso percorso che investe oltre cento anni di storia e di opere su pellicola, dai primi del Novecento fino alla contemporaneità, attraverso differenti movimenti cinematografici, sperimentali, avanguardistici, indipendenti e mainstream, ponendo l’accento sulle visioni di quei registi considerati ribelli alle convenzioni sociali e come si sono contrapposti ai limiti imposti dal sistema della censura cinematografica, pur ritenuti dalla critica autori e maestri della settima arte. Il lavoro, per il quale sono state attentamente visionate tutte le opere discusse ed analizzate in seguito ad una scrupolosa ricerca archivistica, non ha la pretesa di essere esaustivo anche per la vastità delle tematiche affrontate, ma trae origine dal desiderio di elencare prerogative, interrogativi e limiti di un filone cinematografico assolutamente particolare, per meglio comprenderne gli aspetti che, più di altri, hanno stimolato e continuano ad alimentare la creatività degli autori e l’interesse di studiosi e critici. Lo studio è continuamente alimentato dall’intenzione di individuare possibili relazioni tra educazione, cultura, etica e società che, pur connesse al rappresentabile e ai tabù, appaiono sostenute dalla passione e dal desiderio.
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Abstract
Cinema has been, and still is today with unchanged vitality, the means of expression and communication par excellence, the vehicle of an imaginary full of meanings. Where words cannot arrive, images do. For this reason, images are often controlled and softened, so as to mitigate their disruptive force. This particularly affects the cinematographic and audiovisual production linked to the variety of on-screen representations of sexuality and eroticism, and of which this dissertation deals with themes, meanings and limits, in a tortuous path that covers over one hundred years of history and movies, from the early twentieth century to the present day, through different cinematic movements and experimental, avant-garde, independent and mainstream productions, emphasising the viewpoints of those directors considered rebellious against social conventions and how they opposed the limits imposed by the system of film censorship, even though critics considered them authors and masters of the seventh art.
This dissertation, for which all the works analysed have been carefully examined after a scrupulous archival research, does not claim to be exhaustive because of the vastness of the themes addressed, but it originates from the desire to list the prerogatives, questions and limits of an absolutely particular film genre, in order to better understand the aspects that, more than others, have stimulated and continue to fuel the creativity of the authors and the interest of scholars and critics.
This study is fuelled by the intention to identify possible relationships between education, culture, ethics and society which, although connected to the representable imaginary and taboos, are supported by passion and desire.
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