Riassunto analitico
Questa tesi si occupa di analizzare il lavoro svolto dal mediatore linguistico-culturale nell’ambiente medico-sanitario Italiano. Il mediatore linguistico-culturale non è un interprete professionale, ma spesso un immigrato residente in Italia da un certo periodo di tempo e ben integrato nell’ambiente in cui vive, che si occupa di facilitare l’accesso ai servizi sanitari per chi non conosce la lingua italiana. La scelta di impiegare mediatori linguistico-culturali invece di interpreti professionali ha chiaramente i suoi vantaggi, ma allo stesso tempo potrebbe avere degli svantaggi dovuti alla mancanza di una formazione professionale. Tenendo a mente tale considerazione, questa tesi si propone di analizzare la partecipazione del mediatore linguistico-culturale nelle interazioni mediche mediate, allo scopo di studiare le strategie conversazionali attraverso cui tale figura assicura il raggiungimento degli obiettivi interazionali, il mantenimento dell’approccio paziente-centrico e l’instaurazione di un clima lavorativo collaborativo. La tesi si suddivide in quattro capitoli. Nel primo capitolo, si propone un quadro teorico dell’attività di interpretazione in generale. Si descrive la figura dell’interprete, confutando l’ipotesi della sua invisibilità e sostenendo al contrario la sua attiva partecipazione durante le interazioni. In seguito, ci si focalizza sull’interpretazione in area medica, e in particolare sulla figura del mediatore linguistico-culturale assunto dai servizi sanitari italiani. Nell’ultima parte, ci si concentra su come le emozioni vengano trattate nelle conversazioni mediate in area medica. Il secondo e il terzo capitolo costituiscono la sezione metodologica di questa tesi. In particolare, il secondo capitolo introduce la disciplina dell’Analisi Conversazionale, che fornirà gli strumenti di analisi, spiegando come questa sia entrata in contatto con gli Interpreting Studies. Successivamente, vengono presentati alcuni assunti teorici-metodologici che potranno essere impiegati nella classificazione dei dati. Tra gli strumenti analizzati rientrano il Participation Framework di Goffman, rielaborato da Wadensjö per le interazioni mediate, la nozione di common ground di Clark e la underdeterminacy theory di Mason. Nel terzo capitolo si valutano gli strumenti metodologici proposti dall’Analisi conversazionale, che verranno utilizzati nell’analisi delle interazioni mediate. A partire dal sistema di gestione dei turni elaborato da Sacks, Schegloff e Jefferson, si spiega in questo capitolo come le conversazioni possono evolvere, come avviene la transizione da un turno all’altro, quando vengono prodotte le sovrapposizioni o come funzionano le riparazioni. L’ultimo capitolo mette in pratica gli strumenti presentati nel secondo e nel terzo capitolo per analizzare e classificare dei dati reali. Il corpus di riferimento è costituito da 19 interazioni mediate da un mediatore culturale che hanno luogo in ambulatori medici italiani. I pazienti sono immigrati che non conoscono o non conoscono abbastanza bene la lingua italiana, e che per tale motivo hanno bisogno del mediatore linguistico-culturale. L’analisi è finalizzata a verificare come i mediatori linguistico-culturali abbiano utilizzato le strategie conversazionali al fine di raggiungere gli obiettivi interazionali, e vedere dunque se le loro azioni siano state efficaci oppure no. In conclusione, in un ambiente multiculturale come quello italiano, in cui le barriere linguistiche e culturali minacciano l’accesso dei pazienti stranieri ai servizi pubblici, non solo sarebbe necessaria una maggiore riconoscenza verso tali figure che rivestono un ruolo di una certa importanza, ma anche una migliore formazione per assicurare un servizio di qualità a tutti i pazienti che ne abbiano bisogno.
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Abstract
The present work analyses the activities performed by cultural mediators working in the Italian healthcare national services. Cultural mediators are not professional interpreters who receive professional training as conference interpreters do; on the contrary, they are often migrants permanently resident and integrated in Italy who work for healthcare institutions. In this dissertation, their performances will be investigated, in order to observe the conversional strategies used by them to ensure a successful outcome of the medical interactions and to maintain a patient-centred approach, keeping in mind that their strategies could differ from the ones used by professional interpreters. The dissertation is divided into four chapters.
The first chapter proposes a theoretical framework of the interpreting process. While still largely considered the golden standard, the theory of interpreters’ invisibility is discussed here as not very helpful to explain mediation in healthcare; quite the opposite, interpreters are considered as active participants in conversation, who collaborate with primary parties in order to reach shared-communicative goals. The second section focuses on interpreting in the healthcare services, and it analyses in particular interpreting services as offered by the Italian healthcare institutions. The last section is dedicated to examining how emotions are treated in interpreted talks, above all in healthcare settings where patients are likely to express themselves in emotional terms.
The second and third chapter represent the methodological sections of the dissertation. In the second chapter, the approach known as Conversational Analysis is presented, and its application to Interpreting studies highlighted. Then, some theories and concepts elaborated within the framework of Conversation Analysis are discussed, including for instance Wadensjö’s revised version of Goffman’s Participation Framework, Clark’s notion of common ground, or Mason’s underdeterminacy theory.
The third chapter illustrates the tools offered by Conversation Analysis to analyse interactions. Talk organization issues are discussed, including the turn-taking system, sequence organization, the mechanism of repair, and the functions of minimal responses, omissions, and non-renditions.
In the fourth and last chapter, the theoretical assumptions of the second chapter and the methodological tools exposed in the third chapter are employed to analyse 19 transcribed naturally occurring doctor-patient mediated interactions collected in the Italian healthcare system. The interpreter/mediator contributions are examined in order to look at the conversational strategies used to achieve the best health outcome for the patients.
In conclusion, considering that cultural mediators have a pivotal role in the Italian healthcare environment, they are worth receiving not only a better, ideal recognition but also a practical, technical education, in order to guarantee access to medical services to all the patients regardless of the language they speak.
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