Riassunto analitico
Il tema delle esondazioni e dei relativi disagi creati è particolarmente sentito su tutto il territorio modenese, in quanto i fenomeni avvenuti nella nostra zona hanno colpito numerose volte anche aree abitate causando ingenti danni. Da questo ne deriva l’importanza dell’analizzare questi fenomeni per impedire l’avvenire di nuove esondazioni sul territorio. Il presente lavoro ha lo scopo di studiare l’esondazione avvenuta a causa del collasso arginale del fiume Secchia il 19 gennaio 2014 in zona San Matteo. L’acqua uscita dalla breccia ha allagato numerosi comuni della bassa modenese ricoprendo un’area di circa 37 km2. Gli obiettivi di questo lavoro sono principalmente due: in primo luogo creare un modello bidimensionale che simuli l’esondazione dovuta al collasso arginale del Secchia e in secondo luogo ottenere una chiara immagine che definisca la zona colpita dall’alluvione grazie all’uso delle tecniche di telerilevamento. Si è affrontato il primo obiettivo grazie all’utilizzo del software HEC-RAS nella nuova versione 5.0.5 che permette la realizzazione di una modellazione bidimensionale, risolta grazie all’utilizzo delle equazioni di De Saint Venant, del fenomeno e di conseguenza la simulazione degli scenari di propagazione delle onde di piena nel dominio bidimensionale. Sono stati prodotti più modelli aventi parametri differenti al fine di valutare come questi influissero sul risultato, ma anche per identificare quale modello si avvicinasse maggiormente all’evento dell’esondazione del 2014. In questo lavoro sono stati riportate solo le modellazioni ritenute più caratteristiche e sono state confrontate con i dati forniti dal Consorzio della Bonifica Burana per ottenere una validazione dei risultati ottenuti. Si può concludere che la mappa dello scenario degli allagamenti, che verrà riportata in questa tesi, riproduce verosimilmente il fenomeno reale di esondazione. Il problema principale riscontrato in fase di lavorazione è l’impossibilità di ricreare, sul software utilizzato per la modellazione, il fenomeno di infiltrazione dell’acqua nel suolo. Questo problema è stato in parte risolto riducendo il volume di acqua entrante dalla breccia formata nell’arginatura del Secchia, ma in questo modo la prima zona in cui si ha la propagazione dell’onda di esondazione risulta leggermente sottodimensionata in quanto il fenomeno di infiltrazione incide maggiormente nella seconda fase dell’esondazione. Il secondo obiettivo è stato risolto grazie all’utilizzo del software SNAP sul quale sono state elaborate alcune immagini acquisite dal satellite Landsat 8. Sono stati applicati diversi indici che consentono di mettere in risalto sull’immagine le zone in cui c’è presenza di acqua, questi indici sono stati applicati ad un’immagine acquisita nel momento dell’alluvione e ad una successiva acquisita in un momento di suolo secco. Questo ha consentito di realizzare una differenza tra le due immagini ed è stato possibile ricavare una chiara mappa che delimita la zona allagata. L’analisi realizzata sulla base delle immagini acquisite tramite telerilevamento risulta efficace per validare una modellazione bidimensionale, ma il problema principale riscontrato in questo lavoro è stata la ridotta presenza di dati nell’arco temporale in cui è avvenuto il fenomeno. L’unica immagine a nostra disposizione risale infatti al 26 gennaio 2014, data in cui il volume di acqua esondato si era ritirato in gran parte. In conclusione, per ottenere una chiara descrizione della propagazione dell’onda di esondazione sarebbe opportuno aumentare il numero di acquisizione dei dati sulla zona d’interesse per tutto l’arco temporale in cui si verifica il fenomeno.
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