Riassunto analitico
La tesi si colloca entro la cornice teorica e pratica della Pedagogia generale e sociale, con specifico sguardo interculturale e di Educazione degli Adulti, relativamente al tema-problema I richiedenti Protezione Internazionale: tra storia/narrazione e progettualità del percorso migratorio in prospettiva pedagogica. Il lavoro muove dalla ricorsività fra teoria e prassi e fornisce: una sintesi bibliografica, di tipo teorico e legislativo; la rassegna delle ricerche e dei progetti;infine, a livello empirico,un’analisi di caso dei richiedenti protezione internazionale nella Cooperativa di Solidarietà Sociale l’Ovile di Reggio Emilia. Il primo capitolo, L’intercultura in prospettiva pedagogica,si è posta attenzione ai fattori sociali della migrazione, con riferimento all’interazione tra i fattori di macrosistema, di sistemi intermedi e di microsistema; ai fattori culturali della migrazione, con riferimento al rapporto tra mito e rito e, di riflesso, tra routine e nuovi schemi pragmatici di pensiero e di azione; ai fattori psicologici, sia di tipo cognitivo (stereotipi e pregiudizi) che affettivo, dunque relativi la migrazione come frattura e necessità di sutura di tempi, spazi e relazioni. La conoscenza e la progettualità pedagogiche devono smarcarsi dai rischi del separatismo e dell’assimilazionismo che possono essere dovuti a spinte sia della cultura di partenza che a quella di approdo per perseguire inclusione e integrazione. In questo senso, si tratta di passare dalla multicultura come dato di fatto, all’intercultura come scambio reciproco e alla transcultura come ideale regolativo. Il secondo capitolo, La famiglia come osservatorio e progetto di migrazione; la lingua e il lavoro come strumenti d’integrazione e inclusione, analizza la migrazione come fattore di sistema che riguarda contemporaneamente i luoghi e i tempi sia di arrivo sia di partenza, nonché quelli che segnano nel frattempo altri paesi del mondo. La migrazione attuale si mostra come un fenomeno familiare con diverse forme di strutturazione del nucleo e induce trasformazioni nell’identità, nei ruoli e nei rapporti sia di genere sia intergenerazionali. La famiglia si pone quale propulsore, risorsa e costo della migrazione, controllo o assenza, amplificando i rischi di morbilità e mortalità del migrante in ragione di un mancato controllo o sostegno della propria rete di appartenenza. Se la famiglia costituisce il principale osservatorio e progetto della migrazione, la lingua e il lavoro costituiscono i principali strumenti culturali e sociali di inclusione e integrazione. Il terzo capitolo, La normativa in materia di migrazione con particolare riferimento ai Richiedenti Protezione Internazionale, si concentra sulla normativa in oggetto dal punto di vista internazionale e nazionale, anche con specifico riferimento al ruolo delle regioni e operando un confronto tra paesi sul fenomeno migratorio degli ultimi anni. Il quarto capitolo, Una rassegna delle ricerche e dei progetti sui Richiedenti Protezione Internazionale, riferisce una serie di ricerche internazionali e nazionali, nonché di progetti internazionali e nazionali sul tema oggetto di analisi e intervento. Il quinto capitolo, Lo strumento della memoria, si concentra su temi quali: la memoria alterata (in base al committente che la richiede e in base alla fase del percorso migratorio), sui cambiamenti del corpo recluso, sulla narrazione per l’identità e sulla narrazione per la progettualità. Il sesto capitolo, Il caso richiedenti protezione internazionale nella Cooperativa di Solidarietà sociale L’Ovile di Reggio Emilia, si concentra su: le finalità, il campo, il disegno, il campione, gli strumenti, le fasi e l’analisi dei dati dell’indagine sul campo.
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