Riassunto analitico
Il Concilio in questione era convocato nel periodo nel quale le missioni cattoliche si trovavano in una fase di grande cambio, quando multiplici problemi su diversi livelli era peggiorando fra decenni, mentre la Santa Sede aveva cominciato per anni la sua strategia nuova di adattamento missionario con la lettera apostolica Maximum Illud nel 1919. A la lettera qualche passi decisivi seguivano: la fondazione di una Apostolica Delegazione a Pechino e conseguentemente un certo rapporto tra Roma e Cina senza interrogazione di poteri europei (1922), e la consecrazione di sei vescovi cinesi a Roma (1926). Tuttavia, la prima e principale missione del primo Delegato Apostolico in Cina era il convocare di una prima riunione di tutti vescovi e superiori missionari in Cina, un solido gesto a compiere la nuova stragegia, per cercare a realizzare indigenizazione della Chiesa in Cina ed a essere indipente dai giochi politici / coloniali europei. D’altronde, pochi studi si occupano questa assemblea. Nel 2006, il rilascio della possibilità di visitare gli archivi vaticani durante il pontificato di Pio XI rende possibile riempire tale lacuna. La ricerca presente tende a indagare la realizzazione di questa fondamentale iniziativa eseguita da Roma e le missioni locali su base di uno studio degli archivi, soprattutto quelli vaticani. La tesi è costituita da sette capitoli, in lingua inglese. Il primo capitolo Introduction mette a fuoco lo stato dell’ambito, l’osservazione degli archivi relativi e la metodologia. Il secondo capitolo An unrealized dream of a General Synod racconta una pre-storia del Councilio, i.e. una storia attraverso quattro secoli, dei quattro tentativi romani a/contro di convocare una riunione di tutti i vescovi in Cina. I protagonisti posteriori, in cercare la realizzazione del Concilio, si trovavano a fronte dei problemi esistenti fra secoli e quelli sorgendi nello slancio di missione estere nell’ottocento. Il terzo capitoli Celso Costantini and a new China policy mette la fase preparatoria del Concilio nello sfondo del conosciuto turno missionario nei primi del novecento (la lettera apostolica Maximum Illud ecc.). Numerosi rapporti e lettere tra parti diversi dalla Cina e Roma svelano un programma di concilio cinese diverso da quelli primi oltre delle influenze della figura di Celso Costantini il primo Delegato Apostolico in Cina. Si vede una tendenza di indigenizazione, in personale ma anche pian piano in cultura e gli sforzi contro questa tendenza, un gioco tra Roma e le missioni. Il quarto capitolo What happened in the Council? dipende maggiormente a due rapporti di Celso Costantini come il presidente e il verbale. Raccontano le esperienze di armonia e di conflitto nel mese del Concilio a Shanghai, i cambiamenti effetuati e problemi/ostacoli da compromettere o da risolvere dopo la riniune. Il quinto capitolo Decreta et Normae tenderà a indicare qualche punti focali nell’osservare questo codice. Lacuna di ricerca da punto di vista canonico è ancora ampia. Il sesto Post-Council missions racconterà brevemente qualche esempi di attuazione delle decisioni conciliari, le controvesie, commenti da diversi parti e una breve discussione delle influeze attuali del Concilio sul percorso delle missioni cattoliche in Cina. L’ultimo è la Conclusion. Ricerche esisti in lingue cinese, inglese, italiano, francese e tedesco sono consultate. Documenti conservati nell’Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio storico della Propaganda Fide, nell’Archivio diocesano di Concordia-Pordonone e nell’Archivio di Shanghai costituiscono la base della ricerca presente. Questo lavoro cerca a rivelare la dilemma delle missioni cattoliche in Cina in punto di vista dei diversi sensi di indigenizazione, della relazione difficile tra il nucleo e la periferia, e della trasforma moderna della Santa Sede.
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Abstract
The Council in question was convoked in a period in which Catholic missions were seen in a phase of great change, when multiple missionary problems on every level had been worsening for decades, while the Holy See had begun for years a new strategy of missionary adaptation with the apostolic letter Maximum Illud in 1919. Some other determined paces followed in years, for instance the foundation of an Apostolic Delegation in Beijing, along with which a certain relation was built between Rome and China without interrogation of European powers (1922), and the consecration of six indigenous Chinese bishops (1926). The first and the principle mission of the first Apostolic Delegate in China, though, were convening this first reunion of all the bishops and other chiefs in China, an early and decisive gesture to implement the new Roman missionary strategy, to search for the realization of indigenization and religious independence from European political and colonial games. Yet few researches were devoted to this assembly. In 2006, the release of Vatican secret archives during the pontificate of Pius XI made it possible to fill this lacuna.
This research tends to investigate through the archives the realization of this fundamental initiative fulfilled by Rome and the local missions. The dissertation will be constituted by seven chapters, in English, based on a research of a series of relative archives, in particular the Vatican ones. The first chapter Introduction is focused on relative bibliography, observations on the archives and the methodology. The second An unrealized dream of a General Synod narrates a pre-history of the Council, i.e. a history across four centuries, of the four attempts of the Holy See for/against the convocation of an assembly of all the bishops in China. The posterior protagonists, in searching the execution of the Council, would found themselves in front of the problems existing for centuries and problems newly aroused in the so-called 19th-century missionary heat. The third chapter Celso Costantini and a new China policy put the preparatory phase of the Council in the context of the significant turning of Catholic missions in the early 20th century. Numerous reports and letters exchanged between diverse parts in China and Rome reveal a Chinese Council programme different from the ones before as well as the influence of Celso Costantini, the first Apostolic Delegate in China on the programme. Obvious is the tendency of indigenization in personnel, but also some signs on cultural level. Equally obvious are the efforts against this tendency, a game between the Roman core and the peripheral missions. The fourth chapter What happened in the Council? mainly depends on two reports of Celso Costantini and the minutes of the Council. It narrates the experience of harmony and conflict in the month of the assembly in Shanghai, the changes achieved and problems/obstacles to be compromised or to be resolved after the Council. The fifth chapter Decreta et Normae will tend to indicate some focal points to observe this codex. The sixth Post-Council missions will concisely state several instances of implementation of the Council decisions, controversies, comments and a brief discussion on the actual influence of this Council on the route of Catholic missions in China. The last chapter will be Conclusion.
Studies in Chinese, English, Italian, French, and German are consulted. Documents conserved in the Secret Vatican Archive, the Historical Archive of the Propaganda Fide, the Diocesan Archive of Concordia-Pordenone and the Archive of Shanghai constitute the foundation of the dissertation. The piece of work tries to reveal the dilemma of Catholic missions in China from the point of view of diverse senses of indigenization, of a difficult relation between the core and the periphery, and of the modern transformation of the Holy See.
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