Riassunto analitico
L'argomento di ricerca della tesi è l'evoluzione della cultura sindacale della CGIL e le relazioni industriali in Italia nel corso gli anni Ottanta fino al Trattato di Maastricht; la crisi istituzionale di Tangentopoli ed il ruolo ricoperto dal sindacato in quel particolare frangente. Dopo la fine degli anni Settanta con il tramonto del compromesso storico e della strategia dell'EUR attuata dalla CGIL, facilitata dalla presenza del Partito Comunista Italiano all'interno dell'area di governo, per tutti gli anni Ottanta il sistema economico muta profondamente ed il sindacato attraversa difficoltà nell'affrontare alle nuove sfide del decennio. Gli anni Ottanta sono ricchi di eventi che accelerano la crisi della CGIL, ma sono due di questi che maggiormente segnano il sindacato: il primo è la vertenza Fiat Mirafiori nel 1980 in cui la CGIL esce sconfitta e fortemente ridimensionata nel suo potere contrattuale nei luoghi di lavoro e nel suo ruolo di soggetto politico acquisito nella stagione favorevole degli anni Settanta, l’altro è il problema del costo del lavoro con lo smantellamento graduale e poi definitivo della scala mobile. Una questione che indica chiaramente come il sindacato si muova ormai su un terreno difensivo. Quest’ultima questione vede fortemente in difficolta la CGIL poiché da un lato il PCI conduce una propria battaglia politica volta a riacquisire il consenso all’interno della classe lavoratrice, dall’altra il PSI con il presidente del consiglio, nella persona di Bettino Craxi, attuare una strategia aggressiva per drenare a suo favore i consensi del PCI. La sfida per l’egemonia a sinistra si gioca così sul terreno concreto e simbolico della scala mobile. Questo ovviamente si ripercuote anche all'interno della stessa CGIL attraversata dalla divisione tra corrente comunista e socialista, con l’impegno di Luciano Lama, segretario generale della CGIL, a mantenere l'unità del sindacato e cercare di evitare lo scontro frontale tra le parti in causa. Un altro campo della ricerca è il rapporto tra la CGIL, il PCI e le istituzioni governative. Rispetto a quanto detto è importante analizzare il rapporto che il sindacato ha con i partiti, in primo luogo, con il Partito Comunista Italiano che possiamo definire il suo interlocutore principale sotto diversi aspetti, ma dall'altra negli anni Ottanta abbiamo anche il protagonismo di un Partito Socialista Italiano che si vuole rinnovare completamente a livello ideologico ed ha anche la possibilità di governare sotto la guida di Bettino Craxi, primo presidente del consiglio socialista. Questo comporta diverse problematiche nella stessa CGIL che si vede divisa tra i due poli, ed in cerca di una sua autonomia per sopravvivere allo scontro politico tra i due partiti storici della sinistra. Infine, nell'ultima parte andiamo a ricercare quello che è il protagonismo sindacale di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta con l'arrivo del segretario generale Bruno Trentin che sotto diversi aspetti viene indicato come rinnovatore e portatore di nuove istanze nel sindacato. Trentin fine intellettuale e dirigente sindacale apre per primo la questione del sindacato dei diritti, ossia l’idea di tutelare il singolo anche rispetto ai problemi della collettività. Al tempo stesso negli anni Novanta abbiamo l'implosione del sistema politico italiano: da una parte con la firma dei trattati di Maastricht lo Stato italiano si impegna a controllare meglio i conti cercando di porre un limite alla spesa pubblica e dall'altra abbiamo la crisi politica istituzionale aperta da Tangentopoli che vede implodere il sistema dei partiti della prima repubblica. In questo quadro drammatico vengono stipulati nel 1992-1993 due accordi sul costo del lavoro dove emerge il protagonismo della CGIL. Amato, presidente del consiglio, presenta una proposta che implica la fine della scala mobile. Trentin firma per senso di responsabilità, ma si dimette.
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