Riassunto analitico
La Carcinosi Peritoneale è stata considerata per decenni uno stadio terminale delle neoplasie intraddominali avanzate, sia di origine gastroenterica che a partenza dall’apparato ginecologico. Durante le ultime due decadi è stato sviluppato un trattamento loco-regionale in grado di curare la carcinosi peritoneale o di ridurne l’entità quando la sua eradicazione completa risulti impossibile. Questo trattamento si basa sulla combinazione della citoriduzione chirurgica massimale (CRS) e della chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPEC); al giorno d’oggi rappresenta il gold standard nel trattamento dei tumori primitivi del peritoneo ma in numerosi centri viene offerto anche a pazienti affetti da metastasi peritoneali originate da altri tipi di neoplasie solide. L’obiettivo primario dello studio è valutare la fattibilità della citoriduzione chirurgica associata a chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPEC) nei pazienti affetti da carcinosi peritoneale. Obiettivi secondari, valutare: le complicanze postoperatorie, la mortalità periopetatoria, la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione di malattia. In questo studio sono stati inclusi 26 pazienti (12 maschi, 14 femmine) affetti da carcinosi peritoneale di origine gastrica, colica, ovarica, da Mesotelioma, Pseudomixoma peritonei e Carcinoma sieroso papillare primitivo del peritoneo. Ogni caso proposto è stato precedentemente discusso collegialmente con oncologo, radiologi e altri specialisti a seconda delle condizioni cliniche del paziente. Nel periodo da ottobre 2017 ad agosto 2020, sono stati fatti 27 interventi di citoriduzione associata ad HIPEC. L’88,9% delle procedure è stato eseguito con successo ottenendo una citoriduzione ottimale con residuo di malattia inferiore a 2,5mm (CCR0 = 91,7% , CCR1 = 8,3%) e riuscendo ad effettuare la chemio-ipertermia intraperitoneale (HIPEC) al termine del tempo chirurgico.
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