Riassunto analitico
La Malattia di Parkinson (MP), che rappresenta la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la Malattia di Alzheimer, è principalmente caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici della Sostanza Nera (SN) mesencefalica, che causa sintomi motori (bradicinesia, tremore a riposo, rigidità muscolare, disturbi del cammino) e non motori (disturbi del sonno, disturbi disautonomici, alterazioni cognitive, disturbi dell’umore). Nella MP la terapia sintomatica farmacologica ha lo scopo di sopperire al deficit dopaminergico tramite l’utilizzo della levodopa, intermedio della via biosintetica deputata alla sintesi della dopamina e di altri farmaci dopaminergici (dopaminoagonisti, etc...). Dopo diversi anni di utilizzo della terapia dopaminergica cronica si assiste ad un ridotto controllo dei sintomi motori nonostante gli adeguamenti della terapia farmacologica e ad un progressivo peggioramento delle condizioni cliniche del paziente, che rende necessario l’utilizzo delle cosiddette terapie avanzate (l’infusione sottocutanea di apomorfina, l'infusione intestinale di levodopa tramite PEG e l'intervento neurochirurgico di stimolazione cerebrale profonda -DBS- del nucleo subtalamico (STN)). La STN DBS può migliorare notevolmente i sintomi motori di pazienti attentamente selezionati. Sorprendentemente, alcune dimensioni specifiche della qualità della vita, aspetti "psicologici" e aggiustamenti sociali non sempre migliorano, e talvolta potrebbero persino peggiorare. Nel presente studio abbiamo analizzato quali fattori incidono maggiormente sulla soddisfazione dei pazienti in seguito alla stimolazione cerebrale e la presenza di possibili predittori di outcome sulle misure di qualità di vita.
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