Riassunto analitico
Introduzione I pazienti che sviluppano insufficienza respiratoria ipossiemica de novo trattati con ventilazione meccanica non invasiva (VMNI) presentano un tasso di fallimento che può arrivare fino al 50% le cui cause sono multifattoriali e generalmente correlato con la gravità dell’insufficienza respiratoria. Attualmente i fattori predittivi di tale fallimento sono per lo più clinici e risultano inadeguati nell’identificare i pazienti a maggior rischio di insuccesso della VMNI. Recenti studi hanno indagato il ruolo del respiro spontaneo e delle sue ripercussioni sui meccanismi fisiopatologici alla base dell’insufficienza respiratoria stessa nel determinare una quota dei fallimenti della VMNI. In corso di respiro spontaneo infatti la pressione transpolmonare (ΔPpt) può raggiungere valori tali da innescare un danno polmonare supplementare a quello già in essere. Uno studio compiuto su pazienti affetti da Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS) con P/F < 120 ha dimostrato che l’abolizione del respiro spontaneo con curarizzazione nelle prime 48 ore conduce a un significativo miglioramento della sopravvivenza. E’ stato poi dimostrato che la pressione esofagea (Pes) ottenibile tramite sondino nasogastrico con trasduttore di pressione può fornire una stima attendibile della pressione intrapleurica e addizionata della pressione delle vie aeree, della pressione transpolmonare. Lo scopo dello studio è valutare la variazione della Pes (ΔPes) e dei suoi derivati nei pazienti con insufficienza respiratoria ipossiemica de novo trattati con VMNI e correlarla con il fallimento della VMNI, l’andamento del rapporto P/F, e gli outcomes ad esso collegati.
Metodi Lo studio ha un disegno osservazionale, prospettico, monocentrico della durata di 36 mesi. Sono stati consecutivamente arruolati pazienti con insufficienza respiratoria acuta ipossiemica con rapporto P/F inferiore a 200 sottoposti a VMNI e a posizionamento di SNG per necessità di nutrizione enterale. Criteri di esclusione sono edema polmonare acuto su base cardiogenica, insufficienza respiratoria ipercapnica, necessità di ventilazione meccanica invasiva, intolleranza alla VMNI e patologia neuromuscolare nota. Per ciascun paziente arruolato sono stati misurati entro 12 ore dall’avvio della VMNI e a intervalli temporali pre-definiti (2h, 4h, 24h, 48h, 72h) dati anagrafici, scores di gravità, dati ematochimici, dati sulla funzione respiratoria, valori di ΔPEs mediante il trasduttore di pressione del SNG e suoi derivati (ΔPpt, TEMPO index = ΔPes/ΔPpt e SILI index = ΔPpt x RR x Vt). È stata eseguita valutazione e RX torace a 48h, 72h e 96h. Come obiettivo primario è stata indagata la relazione fra i valori di ΔPEs e dei suoi derivati e il fallimento della VMNI mentre come obiettivo secondario è stata indagata la relazione fra i valori di ΔPEs e dei suoi derivati e l'andamento del rapporto P/F, la durata della VMNI, la durata della degenza in UTIR, la mortalità in UTIR, in ambiente ospedaliero e a 90 giorni e l’andamento radiologico. L’analisi di correlazione è stata condotta mediante regressione lineare e analisi multivariata.
Risultati attesi Lo studio si attende di dimostrare come elevati valori di ΔPEs e derivati correlino direttamente con peggioramento del rapporto P/F, fallimento della VMNI, durata della VMNI, peggioramento radiologico, durata della degenza in UTIR, mortalità in UTIR, mortalità in ambiente ospedaliero, mortalità a 90 giorni.
Conclusioni La valutazione della relazione fra ΔPEs e derivati e il peggioramento dell’insufficienza respiratoria ipossiemica de novo sottoposta a VMNI fino al fallimento della metodica ventilatoria risulta importante nell’identificare i pazienti a maggior rischio di intubazione orotracheale e di avvio di ventilazione meccanica invasiva.
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