Riassunto analitico
L’avvento delle reti digitali offerte dalle piattaforme del web ha trasformato radicalmente la fisionomia dell’economia mondiale, influenzando non solo il mercato dei beni e dei servizi, ma anche quello del lavoro. Nonostante la politica antitrust sia generalmente in grado di consentire lo sviluppo ottimale dei mercati, la complessa evoluzione del settore digitale ha comportato l’emersione di nuovi monopoli, caratterizzati dalla mancanza di contendibilità e dalla tendenza a generare inefficienze allocative. La prima parte dell’elaborato, tentando di comprendere i fattori sottesi a tale dinamica evolutiva, si concentra sull’analisi dell’elemento strutturale dell’economia delle piattaforme, ossia sugli effetti di rete. L’interdipendenza delle scelte degli utenti giustifica la necessità dell’intervento della piattaforma al fine di consentire l’effettivo compimento degli scambi economici. Tuttavia, la subordinazione del valore di un bene o di un servizio alla partecipazione degli utenti ad una stessa rete favorisce la concentrazione del potere economico e, allo stesso tempo, la determinazione di un equilibrio di mercato che non risulta socialmente ottimale. Utilizzando semplici modelli economici e assumendo la perfetta razionalità nelle scelte degli agenti, si dimostra che i mercati interessati da forti effetti di rete non presentano una propensione naturale all’autocorrezione. Nella seconda sezione della trattazione si approfondisce il sistema delle conseguenze provocate da quattro grandi piattaforme digitali (Google, Amazon, Facebook e Apple) sullo spazio economico europeo. In particolare, la capacità di utilizzare il potere finanziario per scongiurare minacce di sostituzione attraverso operazioni di concentrazione aziendale e la possibilità di utilizzare le esternalità di rete come arma di deterrenza all’entrata provano l’opportunità del ricorso alla politica pubblica. Per di più, si evidenzia che le politiche antitrust tradizionali perdono parte della loro efficacia quando l’intervento riguarda il settore digitale. Infatti, lo scrutinio dei contesti di rete è reso arduo sia dal rapido mutare delle condizioni di mercato sia dall’esistenza di un trade off tra la maggiore efficienza nel breve termine e gli effetti anticompetitivi nel lungo termine. Per queste ragioni, al fine di stimolare l’innovazione e di ottenere maggiore qualità nei beni prodotti, risulta cruciale integrare ai tradizionali interventi antitrust ex-post degli appositi interventi regolatori ex-ante. Infine, l’ultima parte dell’analisi esamina le piattaforme digitali e il rapporto con i lavoratori. Il mutamento degli assetti produttivi, che si è verificato con l’evolversi dei processi di trasformazione digitale e di frammentazione della catena del valore, ha cambiato anche il mercato del lavoro. Da un lato, ha favorito gli aspetti di agilità e dinamicità, ma dall’altro, ha gettato ombre sulla capacità degli ordinamenti nazionali di tutelare i lavoratori impiegati attraverso le piattaforme digitali.
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