Riassunto analitico
La sepsi è la prima causa di morte in seguito ad un evento infettivo ed è un fenomeno clinico in aumento negli ultimi anni, a causa anche dell’invecchiamento della popolazione generale. Nel 2017, si stima che nel mondo siano stati registrati 48,9 milioni casi incidenti di sepsi e 11 milioni decessi correlati alla sepsi sono stati segnalati, che rappresentano il 19,7% di tutti i decessi globali. (Rudd et al., 2020) Nonostante, nel corso degli anni, si sono susseguiti molti studi volti a chiarire modalità di diagnosi, fisiopatologia e terapia della sepsi, la gestione del paziente settico è ancora molto controversa. Con il passare del tempo, le definizioni di sepsi e shock settico furono più volte aggiornate e modificate fino ad arrivare alle ultime definizioni redatte da The Third International Consensus Definitions for Sepsis and Septic Shock (Sepsis-3)”: sepsi definita come presenza di una o più disfunzione d’organo, in corso di infezione documentata o sospetta; shock settico definito come sepsi con valori di lattati >2 mmol/L e che necessita di terapia vasopressoria per avere la MAP > 65mmHg. L’obiettivo dello studio è quello di andare ad osservare l’outcome a 28 giorni dall’ingresso in Pronto Soccorso, valutando la presentazione clinica del paziente, l’anamnesi patologica prossima e remota, esami di laboratorio, esami strumentali e terapia effettuata dagli specialisti del Pronto Soccorso. Lo studio è retrospettivo, osservazionale e analizza i dati racconti di 249 pazienti negli anni 2019, 2020 e 2021. Nello studio sono presenti 126 pazienti di sesso maschile e 123 di sesso femminile, con una media di età di 81,3 anni (ds: 12,1). La mortalità generale emersa dall’analisi dei dati è del 42,2%. Come indice di gravità della presentazione clinica dei pazienti è stato utilizzato il NEWS score: infatti è emerso che i pazienti con NEWS score severo sono morti di più rispetto ai pazienti con NEWS score con valori inferiori. La comorbidità che tende ad influenzare l'outcome è l'ictus. Inoltre, è emerso che chi avesse, come infezione primaria da cui poi origina la sepsi, la polmonite presenta una prognosi più severa rispetto agli altri tipi di infezione primaria. Infine dallo studio è stato osservato che i pazienti a cui è stato somministrato l'antibiotico nella golden hour presentavano un outcome meno severo rispetto a chi l'antibiotico non l'avesse fatto (43,8% vs 56,2%). In conclusione, la sepsi e lo shock settico sono emergenze mediche severe e costantemente in fase di studio, con l'obiettivo di abbassare la mortalità elevata che le caratterizza.
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