Riassunto analitico
Introduzione: Clozapina è un antipsicotico atipico sintetizzato nel 1959. Nonostante la comprovata efficacia rispetto ad analoghi Antipsicotici, nel 1975 fu ritirata dal commercio per agranulocitosi letale in 9 pazienti. Negli anni seguenti tuttavia, furono intrapresi ulteriori studi di efficacia che permisero una maggiore comprensione della dinamica delle reazioni avverse e la definizione di uno stretto protocollo di monitoraggio ematologico, neurologico e cardiologico; al punto che, sulla base di tali nuove conoscenze, fu rimessa in commercio nel 1990. Ad oggi Clozapina vede indicazioni in-label nell’adulto e nel minore abbastanza ristrette, ma un numero sempre crescente di letteratura ne riporta l’utilizzo “off-label” con buoni risultati. Obiettivo: Esplorare il decorso clinico di un campione di pazienti adolescenti, caratterizzandoli secondo variabili socio-demografiche, clinico-assistenziali e di funzionamento generale. In particolare, confrontare la sotto-popolazione cui è stata somministrata Clozapina rispetto al campione generale per caratterizzarla. Metodi: È stato condotto uno studio retrospettivo arruolando tutti i pazienti che hanno necessitato di cure psichiatriche in regime di ricovero presso la RTI-M “il Nespolo” di Villa Igea, tra Dicembre 2007 e Gennaio 2017, costruendo il database tramite la consultazione della documentazione sanitaria della medesima struttura; nel sottogruppo di pazienti sottoposti a trattamento psicofarmacologico con Clozapina sono state raccolte informazioni aggiuntive, inerenti alle peculiarità che contraddistinguono il farmaco. Risultati: Il campione è composto da 322 pazienti, di cui 40 hanno ricevuto un trattamento con Clozapina. Tra le due popolazioni a confronto emergono differenze di rilievo esaminando sia variabili socio-demografiche e di funzionamento (come difficoltà scolastiche, affido ai Servizi Sociali, residenza in comunità piuttosto che a domicilio), sia variabili eminentemente cliniche in termini di numero di ricoveri in ambito psichiatrico, durata media del ricovero, ricorso a TSO. Per quanto riguarda l’efficacia, valutata secondo scale C-GAS od HoNOSCA (la scala valutativa è cambiata negli anni) eseguite all’ingresso e alla dimissione del ricovero in cui era stata somministrata Clozapina, 1 solo paziente non ha tratto beneficio dal farmaco. Sul versante della sicurezza farmacologica, ogni paziente è stato monitorato secondo protocollo elaborato su base internazionale sia dal punto di vista ematologico che cardiaco, epatico metabolico ed elettroencefalografico; sebbene un elevato numero di pazienti abbia manifestato effetti collaterali, nessuno è stato tale da richiedere la sospensione cautelativa della terapia. Conclusione: La popolazione infantile-adolescenziale a cui viene proposta e somministrata Clozapina è inquadrabile in un contesto di gravità (considerando le variabili in esame nello studio) maggiore rispetto alla media generale; in particolar modo per le prescrizioni di Clozapina off-label, l’approdo a questa molecola evidenzia un miglioramento della sintomatologia (grave al punto da comprometterne il funzionamento) mai raggiunto con le terapie tentate in precedenza; una caratterizzazione prospettica più rigorosa di questa fascia di pazienti con sintomi eccezionalmente gravi e refrattari a trattamenti potrebbe portare ad una proposta di terapia con Clozapina più tempestiva, risparmiando al paziente anni di malattia invalidante (e potenzialmente influenzandone il decorso della a lungo termine), e, potenzialmente, ridurre il dispendio di risorse impiegate per i molteplici e prolungati ricoveri.
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