Riassunto analitico
Poche ricerche si sono concentrate sul tema della povertà alimentare fino a quando, negli ultimi decenni, studi di settore e organizzazioni internazionali hanno messo in luce questa nuova forma di povertà. Si parla di insicurezza alimentare qualora anche solo una tra le condizioni di disponibilità – offerta di cibo sufficiente a soddisfare la popolazione – accessibilità – quando la società permette alla popolazione di esprimere un’adeguata domanda di cibo – o utilizzabilità – quando la popolazione può utilizzare il cibo in modo tale da garantirsi una dieta adeguata al proprio contesto – non è raggiungibile dalla popolazione. Questa nuova forma di povertà non investe quindi solo i paesi in via di sviluppo, ma anche i paesi più sviluppati, nei quali non mancano segnali preoccupanti d’aumento dell’indigenza nella parte più fragile della popolazione. Ogni anno, nel mondo, circa 1/3 di tutto il cibo prodotto per il consumo viene perso o sprecato . Si stima che in Europa il cibo sprecato raggiunga gli 88 milioni di tonnellate, mentre solo in Italia, nel 2015, la percentuale di famiglie che soffrono di povertà alimentare è pari all’11,8%. (Istat S. r., 2016) Che sia per mancanza di risorse o per spreco alimentare, nel mondo questo problema è stato recentemente affrontato con l’istituzione di numerose organizzazioni no profit che basano la propria attività nell’approvvigionamento di cibo nei vari reparti della filiera agroalimentare, organizzazioni che portano il nome di “Food banks” (Banchi Alimentari), seguite negli ultimi decenni dagli “Empori solidali”. Sebbene non si possa fare una netta distinzione tra le due organizzazioni, sono considerate empori quelle realtà simili a supermercati commerciali dove, gli aventi diritto (selezionati secondo criteri ben definiti e ordinati rispetto una graduatoria) possono ottenere generi alimentari e di prima necessità, il quale prezzo è espresso in punti che dipendono anche dal grado di meritorietà attribuito al bene. Come è facile immaginare, le famiglie che cadono in uno stato di povertà alimentare sono quasi sempre segnate da bisogni altrettanto importanti, spesso causa della loro condizione, relativi alla salute (fisica e mentale), all’inclusione sociale e al lavoro. Proprio per questo motivo, gli empori tendono a offrire servizi integranti e attività di inclusione sociale: aiuto nella ricerca di occupazione piuttosto che sportelli adibiti alla prevenzione e alla tutela della salute o ancora, adibiti all’insegnamento di una corretta gestione delle proprie finanze. Per inquadrare meglio questi temi, la tesi, dopo aver proposto alcuni dati a livello europeo e italiano relativi a queste condizioni di bisogno, si dedica all’analisi dei dati emersi dal questionario somministrato presso l’emporio solidale di Modena, “Portobello”, con l’ulteriore fine di valutare la sua capacità ad aiutare i suoi utenti. L’indagine a valenza socio-economica è stata svolta in collaborazione con il Dipartimento di Economia Marco Biagi di Modena e iniziata il 14 marzo 2017 per un periodo conclusosi il 25 maggio scorso. Il questionario è stato compilato da 135 individui, un campione che rappresenta il 42% delle famiglie complessive nel periodo di rilevazione (324).
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Abstract
Just a small amount of researches paid attention at the food poverty problem until, over the last decades, specific studies and international organizations brought under light such form of poverty. Food insecurity it’s found every time that conditions of availability – the amount of food is sufficient to satisfy the entire population- accessibility- when society gives permit ion to the population to express an appropriate request for food- or usability – when the population can use the food in such a way to ensure a proper diet in its context- it’s not reachable from the population. This new form of poverty does not concern only the countries that are developing- the one with not enough resources- but also the countries that are already developed but face a wastefulness. Every year 1/3 of the food produced all over the world becomes wasted or lost. In Europe, wasted food amounts to 88 millions of tons, and, in Italy, in 2015, the percentage of families that suffer of food poverty is the 11.8%. Weather for lack of resources or for food waste, the world is facing this issue through the establishment of non-profit organizations which base their business on the supply of food in the many departments of the agro-food chain, organizations that carry the name “Food Banks”, followed in recent decades by the “ Emporia Solidale”. Even thou it is not possible to make a distinction between the two types of organizations, it is considered an Emporium those institutions similar to supermarkets where, who has the right (people with specific requirements and ordered by a specific classification) can get food and first need goods, in which the cost is expressed with points. As easy it is to think about, the families who fall into food poverty also are in need of other important needs, which often affects their condition, like physical and mental health, social inclusion and work. For this reason, an emporium offers supplementary services and activities for the social inclusion of this people: searching for an occupation or help desk to prevent and take care of their health or, for example, people designated to teach a correct usage of self-finances. To focus more on these topics, this thesis ,after submitting the data to at a European and Italian level, dedicates to the analysis of the data compared in the questionnaire put in place by Modena's Emporium solidale, “Portobello”. The socio-economic survey was developed in collaboration with the Department of Economics Marco Biagi of Modena and started on March 14, 2017 for a period ended on May 25. 135 individuals, representing 42% of the total households in the survey period (324), compiled the questionnaire.
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