Riassunto analitico
La globalizzazione ha cambiato il mondo, dal momento che le interazioni tra le persone sono ora possibili grazie alla rimozione delle distanze geografiche e linguistiche. L’accesso alle informazioni e alla conoscenza è diventato sempre più facile attraverso Internet. In questo contesto l’inglese è diventata una lingua globale, utilizzata dalle singole persone e dalle organizzazioni per comunicare in maniera efficiente ed efficace con chiunque in qualsiasi parte del mondo. Il successo della lingua inglese può essere spiegato da due fattori: la presenza dell’Impero Britannico, che raggiunse la massima espansione attorno alla fine del XIX secolo e l’ascesa degli Stati Uniti d’America come potenza economica globale alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Secondo il modello di rappresentazione della diffusione dell’inglese a livello globale elaborato dal linguista Kachru i madrelingua, che appartengono all’’inner circle’ vengono considerati come gli unici custodi della lingua inglese. Nonostante questo, al giorno d’oggi l’inglese è utilizzato non solo tra i madrelingua, ma soprattutto a livello internazionale tra persone che parlano lingue madri diverse. Per questo motivo, l’inglese viene ora identificato come lingua franca, impiegato per condurre gli affari a livello internazionale. A questo proposito, le ‘imprecisioni’ che ci possono essere rispetto alle regole dell’inglese, non possono essere considerate errori se il messaggio viene compreso dall’interlocutore. Questo studio pone l’attenzione sull’inglese come lingua del business (BELF) che è la lingua usata dalle persone in ambito lavorativo. Lo scopo principale del BELF è portare a termine un lavoro, per questo motivo un messaggio corretto dal punto di vista grammaticale e lessicale non necessariamente raggiunge l’obiettivo, mentre un messaggio con molti ‘errori’ sì. L’analisi si concentra su tre corpora di trecento email in totale scritte dagli impiegati giapponesi, cinesi e degli Emirati Arabi Uniti di un’azienda che si occupa di spedizioni internazionali. Le email sono state raccolte dalla mia casella di posta, in quanto anch’io lavoro come impiegata di quest’azienda nella sede di Modena. Lo scopo principale di questo studio è di rilevare le differenze culturali nelle email scritte dagli impiegati provenienti da tre paesi diversi e definire le caratteristiche principali del linguaggio usato in un’azienda di spedizioni internazionali. L’analisi è stata condotta dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Non è stato facile trovare le differenze culturali, visto che le email sono spesso brevi e contengono solo le informazioni riguardanti lo stato delle spedizioni. Ciononostante, alcune differenze tra le culture giapponesi, cinesi e degli Emirati Arabi sono state identificate tenendo conto delle dimensioni elaborate da Hofstede. Inoltre, le email contengono ‘imprecisioni’ rispetto alle regole della lingua inglese, come ‘errori’ di spelling, omissione del soggetto e della –s nella terza persona singolare del tempo presente. Queste ‘deviazioni’ possono essere spiegate dal fatto che gli impiegati non hanno tempo di controllare le email prima di mandarle. Infatti, queste email sono parte di una catena che costituisce un dialogo tra le parti, e man mano che il dialogo prosegue il linguaggio diventa più informale. Tuttavia, queste imprecisioni non rappresentano un problema finché il messaggio viene compreso dagli altri colleghi con l’obiettivo di portare a termine il lavoro. Questa ricerca potrebbe anche aiutare gli impiegati a diventare più consapevoli delle differenze culturali e a comunicare in maniera più efficiente.
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Abstract
Globalization has changed the world, since interactions are now possible thanks to the removal of geographic and language distances. Access to information and knowledge has become easier through the Internet. In this context English has turned out to be a global language, employed by individuals and companies in order to communicate efficiently with anyone in every part of the world. The success of English was prompted by the British Empire, which reached its peak around the end of the 19th century and in the development of the USA as a global economic power at the end of the Second World War.
According to Kachru’s representation of the global spread of English, native speakers, who belong to the ‘inner circle’ are regarded as the only custodians of the language. However, nowadays English is employed not only among native speakers, but also in international encounters between people speaking different L1s. For this reason, English can be described as ELF (English as a Lingua Franca), which is employed to conduct business in a global environment. In this context ‘deviations’ from the norms cannot be regarded as mistakes, as long as the message can be understood by the counterpart.
This study focuses on BELF (English as a Business Lingua Franca), which is the language used by people in business contexts. The main purpose of BELF is to get the job done, and as a consequence a grammatically and lexically correct message doesn’t necessarily do the job, but a message with many ‘mistakes’ may do so. The analysis concentrates on three corpora of 300 emails in total written by the Japanese, Chinese and Emirati employees of a freight forwarding company. The emails have been collected from my in-box, as I work as an employee of this company in the Modena branch. The main purpose of this study is to detect cultural differences in the emails written by employees coming from three different countries and also define the main features of the language used in a freight forwarding company. The analysis was carried out from a qualitative and quantitative point of view. It is also not easy to find cultural differences, as emails are often short and contain only information about the shipment status. However, some differences between Japanese, Chinese and Emirati cultures were identified taking into account Hofstede’s dimensions. Furthermore, emails contain ‘deviations’ from the norms, such as spelling inaccuracies, omission of the subject and omission of the third person present tense. These ‘deviations’ can be explained by the fact that employees have no time to check the emails before sending them. In fact, these emails are part of a chain which represents a dialogue between the parts, and as the dialogue progresses the language becomes more informal. Nevertheless, these ‘inaccuracies’ does not constitute a problem, as long as the message is understood by the other colleague in order to get the job done. This research hopefully can help employees to become more aware of cultural diversities and to communicate in a more efficient way.
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