Riassunto analitico
La SLAT, Second Language Acquisition Theory, è lo studio del processo di acquisizione di una seconda lingua, L2, diversa dalla propria lingua madre. A partire dalla seconda metà del XX secolo, gli studi svolti in questo ambito cominciano a dare maggiore rilievo al raggiungimento dell’efficacia comunicativa nella seconda lingua, a discapito del solo apprendimento di regole grammaticali, vocabolario e fonetica. È in questa nuova tendenza che si inserisce la facilitazione: un insieme di strategie didattiche applicate all’insegnamento per garantire allo studente la reale comprensione della seconda lingua e, di conseguenza, della realtà che lo circonda. La comprensione del messaggio diventa l’obiettivo principale del processo di acquisizione della seconda lingua mentre l’attenzione alla forma perde il suo ruolo centrale. Questo comporta un cambio radicale nel metodo di insegnamento, da sempre didascalico e maggiormente incentrato sull’apprendimento della lingua e non sulla sua reale acquisizione. A questo proposito, l’obiettivo di questa ricerca è illustrare le principali strategie di facilitazione, proporre esempi pratici della loro applicabilità nel contesto scolastico e valutarne gli effetti nel processo di acquisizione degli studenti. Con questo obiettivo, ho utilizzato la mia esperienza di insegnante di italiano ai bambini di recente immigrazione come campo d’azione. Nello specifico, durante l’anno scolastico 2020-2021, ho svolto il laboratorio linguistico per l’acquisizione dell’italiano come seconda lingua con sette studenti della scuola primaria di Bagnolo in Piano, Reggio Emilia. Si tratta di lezioni individuali o a piccoli gruppi la cui finalità era, in base al livello di partenza di ogni studente, l’acquisizione della seconda lingua per agevolare l’inserimento all’interno del gruppo classe e la comprensione delle lezioni tradizionali. Tutti gli studenti avevano età, origini e approcci differenti alla seconda lingua, permettendomi di utilizzare diverse strategie facilitative che si adattassero al meglio alla loro intelligenza. La ricerca rivela una risposta positiva degli studenti alle tecniche di facilitazione: tutti i casi analizzati hanno manifestato un maggior coinvolgimento nelle attività, una minor pressione e ansia nello svolgimento dei compiti richiesti e un miglioramento delle competenze acquisite. La ricerca svolta è rilegata solo a un piccolo ambito del panorama scolastico, in quanto prende in considerazione solo la scuola primaria e, inoltre, le lezioni svolte durante un laboratorio linguistico con pochi studenti, non rivolti all’intera classe. In realtà, i principi che regolano la facilitazione potrebbero portare beneficio anche all’insegnamento tradizionale, così come ai diversi gradi di scuola: ulteriori studi potrebbero concentrarsi sull’applicazione della facilitazione sull’intero gruppo classe o su gradi di scuola superiori.
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