Riassunto analitico
La radiazione UV, che rappresenta una piccola parte dello spettro elettromagnetico, fa da sempre parte della vita dell’uomo. Poiché si è notato quanto questa radiazione possa essere problematica per l’essere umano, danneggiando il DNA e dando così origine a tumori della pelle, da anni le industrie cosmetiche hanno messo in commercio protezioni solari contenenti filtri di natura fisica (inorganica) o chimica (organica) per limitare questi fenomeni sempre più diffusi nel mondo. Un ulteriore problema è sorto quando si è scoperto che i filtri chimici sono soggetti a foto-degenerazione, dando origine a foto-prodotti a loro volta nocivi sia per la salute umana che per quella ambientale, venendo rilasciati in massive quantità in acqua marina e contribuendo al fenomeno dello sbiancamento dei coralli e della moria di varie specie marine. Questo lavoro di tesi si è concentrato sulla possibilità di incapsulare due dei filtri organici tra i più utilizzati, Butyl-Methoxydibenzoylmethane (o avobenzone, AVO) e Octyl-Methoxicinnamate (o octinoxate, OMC), all’interno delle porosità di diverse zeoliti sintetiche rispettivamente con framework type FAU e MFI per capire quale potesse garantire un migliore incapsulamento del filtro stesso. Per il caricamento sono state miscelate le polveri di zeolite con relativi filtri (avobenzone in forma solida ed octinoxate in forma liquida) ottenendo così diversi ibridi. Per verificare l’avvenuto incapsulamento dei filtri sono state eseguite: • Analisi chimiche elementari, • Analisi termogravimetriche. Per quanto riguarda l’incapsulamento del filtro UV all’interno della porosità delle diverse zeoliti, si è notato che alcuni ibridi non presentano molecole organiche al termine del trattamento, mentre altri sistemi presentano un maggior numero di molecole/cella risultando essere maggiormente promettenti per sviluppi futuri. Due differenti metodi di lavaggio sono stati effettuati per determinare quale fosse più rapido ed efficace e quanto questi lavaggi fossero riproducibili. Si è potuto notare che vi è una buona riproducibilità con entrambe le metodologie, che risultano entrambe efficaci ma con alcune differenze sull’ottimizzazione dei tempi.
|