Riassunto analitico
La tesi si propone di indagare l’evoluzione dell’istituto dell’assegno divorzile alla luce degli interventi del legislatore sull’originario art. 5 della L. 898/1970 e della giurisprudenza che si e’ in più occasioni formata sul tema. L’elaborato affronta specificatamente nella sua prima parte lo sviluppo della disciplina dell’assegno di divorzio, prendendo le mosse dalla legge istitutiva del divorzio con il relativo art. 5 e considerando gli effetti della riforma del diritto di famiglia del 1975, il criterio composito che costituisce la base giuridica dell’istituto dell’assegno divorzile sulla base degli orientamenti giurisprudenziali e la sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 11940/1974, la L. n. 74/1987, l’an dell’assegno di divorzio con il criterio dei mezzi adeguati, il parametro del pregresso tenore di vita (sent. Cass. Civ. N. 11490/1990) e il quantum dell’assegno di divorzio. Esamina poi la sentenza n. 11504/2017 della Suprema Corte di Cassazione che segna l’addio al “tenore di vita” come parametro di riferimento, che approfondisce i principi di diritto relativi all’an debeatur e al quantum debeatur, l’interpretazione dell’espressione “mezzi adeguati” e le regole dell’onere della prova. Approfondisce quindi i contenuti della Sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 18287/2018 in punto alla critica ai precedenti orientamenti, alla funzione assistenziale, perequativa e compensativa dell’assegno divorzile, richiamando i principi fondamentali di libertà, autoresponsabilità e pari dignità, al compito dei giudici circa l’abbandono della valutazione bifasica con il nuovo giudizio di adeguatezza, gli indicatori dell’assegno e la determinazione dell’importo, l’accertamento probatorio e l’onere della prova, il recepimento delle corti di merito. Da ultimo, prende in esame i più recenti arresti della Suprema Corte del 2024, in particolare sul delicato punto degli effetti sull’assegno divorzile della nuova convivenza dell’ex coniuge.
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