Riassunto analitico
Introduzione: La malattia di Wilson (WD) è una malattia rara, autosomica recessiva, causata dalla mutazione del gene ATP7B, il quale codifica per l’omonima proteina transmembrana trasportatrice di rame. Questo difetto genetico altera il metabolismo del rame: in particolare, interferisce con l’incorporazione del rame nella ceruloplasmina e riduce l’escrezione di rame attraverso la bile portando ad un accumulo di questo elemento in diversi distretti, tra cui il fegato, il cervello ed altri. La presentazione ed il decorso della patologia posso essere variabili, con i pazienti che possono manifestare segni e sintomi epatici, neurologici, psichiatrici (ed altri) in maniera isolata o nelle varie combinazioni. La diagnosi della WD viene fatta integrando la clinica, test clinici-laboratoristici, l’analisi genetica, l’imaging e la biopsia epatica. Le terapie attualmente in uso sono rappresentate da chelanti del rame e sali di zinco; in casi selezionati si ricorre al trapianto di fegato. Se diagnosticata e trattata precocemente, la prognosi è buona; tuttavia, se non riconosciuta e adeguatamente trattata la WD risulta letale, sostanzialmente a causa delle conseguenze della progressione della fibrosi epatica in cirrosi. Obiettivi: Lo scopo di questo studio è caratterizzare il fenotipo ed il genotipo, relativamente al gene ATP7B, dei pazienti inviati con sospetto di WD presso un Centro di riferimento per malattia di Wilson ed ipo/aceruloplasminemia, a fini descrittivi e di identificazione di potenziali correlazioni genotipo-fenotipo. Materiali e metodi: In questo studio sono stati inclusi 90 pazienti valutati nel decennio 2014-2024 presso l’Ambulatorio Malattie Rare della Medicina Interna dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena-Policlinico. Sono stati raccolti e sistematizzati i dati anamnestici, clinici, laboratoristici, di imaging, bioptici e genetici disponibili. I dati ottenuti sono stati analizzati per ottenere parametri descrittivi ed indici inferenziali di significatività statistica nei confronti fra popolazioni, le quali sono state definite principalmente sulla base del genotipo del gene ATP7B. Risultati: Nella popolazione di riferimento sono stati identificati 13 pazienti con WD (14%), 14 pazienti eterozigoti per il gene ATP7B senza ulteriore sospetto clinico di malattia (16%) e 63 pazienti negativi per varianti patogeniche o ulteriore sospetto clinico di malattia (70%). Relativamente ai pazienti con WD, il 69% ha avuto un esordio di malattia con manifestazioni epatiche, il 23% ha invece accusato inizialmente sintomi neurologici. Il motivo di invio principale per i pazienti con WD è stato la caratterizzazione e presa incarico in soggetti con malattia nota (54%), mentre nella popolazione generale i pazienti sono stati inviati principalmente per approfondimenti diagnostici di epatopatia (40%). Per ciò che riguarda le manifestazioni di malattia, il 38% dei pazienti con WD presentava cirrosi epatica, a fronte del 28% dei pazienti con genotipo ATP7B negativo per varianti patogeniche. Le differenze genotipo fenotipo sono emerse principalmente riguardo i livelli di ceruloplasmina, significativamente più bassi nei pazienti con WD rispetto agli ATP7B eterozigoti o wild-type. Conclusioni: La diagnosi di una patologia come la WD rappresenta una sfida clinica di notevole importanza, poiché un corretto inquadramento diagnostico-terapeutico può incidere sul paziente in termini di morbidità e mortalità. Nonostante i livelli significativamente più bassi di ceruloplasmina nei pazienti con WD, l’invio presso un Centro di riferimento e la genotipizzazione del gene ATP7B restano dei passaggi indispensabili per la conferma diagnostica e la presa in carico, particolarmente in quei casi in cui i segni clinici restino poco definiti o sovrapponibili ad altri quadri di epatopatia o neuropatia.
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