Riassunto analitico
Per raggiungere una reale soddisfazione personale, non è sufficiente svolgere un lavoro gratificante e in linea con le proprie passioni. Il contesto lavorativo, le relazioni quotidiane e i valori aziendali giocano un ruolo ancora più importante, influenzando profondamente il benessere e la motivazione dei dipendenti. In molti casi, è proprio la cultura aziendale e il clima lavorativo a determinare la qualità dell'esperienza professionale, superando in importanza la natura del lavoro stesso. Al giorno d’oggi questa tematica risulta sempre più sensibile perché entrano in gioco numerose variabili che possono incidere positivamente o negativamente sul benessere fisico e mentale del lavoratore; infatti, analizzando il panorama lavorativo attuale, si nota come i giovani appartenenti alla Generazione Millennials e Generazione Z siano immersi in un contesto in cui il tasso di occupazione in Italia risulta molto basso, i ruoli e le posizioni offerte prevedono un certo grado di complessità nell’accedervi ed il senso di comunità all’interno dell’azienda è stato sradicato e minato dalla pandemia Covid-19. Questi fattori non fanno che innescare processi spiacevoli come il quiet quitting dall’inglese “abbandono silenzioso”, un fenomeno che prende in causa coloro che lavorano “silenziosamente”, ricoprendo un ruolo in cui si dà un contributo minimo al di sotto delle proprie potenzialità perché insoddisfatti del proprio lavoro. Per evitare questa condizione di profonda scontentezza, i giovani d’oggi presentano aspettative e necessità differenti rispetto alle generazioni passate: c’è una maggiore attenzione alla sfera privata ed una necessità che venga bilanciata con la sfera lavorativa, un’attenzione all’etica imprenditoriale per entrare a far parte di una realtà che sia “giusta”, sana e che sia volta al futuro. Tuttavia, non sempre tali aspettative vengono soddisfatte poiché, quando il lavoratore si trova in un contesto poco favorevole o non adeguato, possono emergere situazioni di malessere, disagio e stress da lavoro-correlato. Queste condizioni, peggiorando con il passare del tempo, possono portare la persona coinvolta a condizioni sempre più critiche. Tutto ciò giunge non solo al licenziamento ma ad una ripercussione psicologica sulla persona, influenzando negativamente le sue esperienze future. Per questo motivo è di fondamentale importanza che le imprese siano socialmente responsabili ossia, per definizione, si impegnino nel trattamento equo ed etico dei dipendenti, così come dei clienti, fornitori, stakeholders e investitori. In questo modo si raggiunge il benessere racchiuso, a mio parere, in quattro macrotemi quali l’employee engagement ossia il coinvolgimento attivo del dipendente, l’intent to stay dall’inglese “intento di rimanere” per la quale l’azienda cerca di dimostrare il suo valore al futuro o attuale lavoratore, il "talent attraction" ossia l’attrazione dei talenti verso un azienda che si dimostra solida e affidabile ed il work life-balance, l’equilibrio tra vita-lavoro. Dopo aver fornito un quadro teorico della condizione del dipendente e dell’ambiente lavorativo aziendale, il mio elaborato terminerà con un lavoro sperimentale di analisi incrociata dei dati relativo ad un campione rappresentativo di 266 aziende quotate italiane, riguardanti il periodo dal 2017 al 2022. Al fine di avvalorare i concetti esposti nei capitoli precedenti, il presente studio è stato condotto con l'intento di esplorare l'impatto di sei specifiche iniziative, scelte personalmente per la loro presunta importanza nel promuovere la motivazione e la produttività del personale, sulle performance redditizie e sul numero dei dipendenti in azienda. A conclusione di ciò, si è cercato di determinare quali aziende offrissero maggiori vantaggi a tutti i propri impiegati e determinare quali elementi hanno maggiormente impattato sul benessere e produttività del personale.
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