Riassunto analitico
Dopo la presa di potere nel gennaio 1933 Adolf Hitler attuò le prime politiche economiche del partito nazionalsocialista che, tuttavia, non aveva alcun programma definito e dettagliato a riguardo. Il problema principale fino al 1936 fu rappresentato dalla forte disoccupazione, solo dopo il Terzo Reich lanciò il suo primo piano quadriennale, volto a garantire la totale disponibilità di merci e mezzi al fine della guerra totale, scopo ultimo della politica del Führer. Scelte politiche, economiche e belliche del nazionalsocialismo, nonché gli sforzi per una politica sociale attenta a non ricreare le condizioni che avevano portato alla resa della Grande Guerra mirarono, pertanto, all’obiettivo finale della guerra totale per garantire spazio e risorse alla popolazione tedesca. Quando, nel 1939, Hitler decise di invadere la Polonia e scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, il Terzo Reich non era sufficientemente preparato a uno sforzo bellico di lunga durata sotto diversi punti di vista: in particolare, era a corto di manodopera, fondamentale per garantire la produzione bellica. Nelle prime fasi della guerra il nazionalsocialismo poté contare su ulteriori riserve di manodopera garantite dagli stati che venivano conquistati; il reclutamento, sia su base volontaria sia su base coatta, mirava a raccogliere un numero sufficiente di lavoratori da destinare al settore agricolo in primis e solo successivamente anche al settore industriale e traeva ispirazione dall’esperienze per l’impiego della manodopera straniera del Reich guglielmino durante la Grande Guerra. L’ideologia del nazionalsocialismo verso l’inferiorità delle popolazioni soggiogate ostacolò, tuttavia, di fatto gli obiettivi economici. Inoltre, pur perseguendo un obiettivo di guerra totale il Terzo Reich non aveva preparato per tempo precisi programmi sull’impiego massiccio della manodopera straniera. Da quanto emerge dalla memorialistica, le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori coatti (intesi come internati dei campi di concentramento, prigionieri di guerra e lavoratori civili) furono pessime e al limite del sostentamento. Oltre al popolo ebraico, prima vittima del nazionalsocialismo in termini di orrore perpetrato e numero dei morti, una sorte crudele spettò ai prigionieri di guerra e ai lavoratori civili sovietici oltre agli Internati Militari Italiani, oggetto della vendetta dei tedeschi in quanto considerati traditori. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale la Germania intraprese un cammino di rielaborazione del passato e del sentimento di colpa con una forte differenziazione tra Germania occidentale e Germania orientale. Nella ex DDR mancò del tutto il discorso della colpa e della rielaborazione del passato, mentre nella Repubblica Federale la politica della Wiedergutmachung stanziò per decenni somme di denaro nei confronti di ex vittime della persecuzione nazionalsocialista. Durante gli anni Ottanta si sviluppò una nuova coscienza e sensibilità di carattere sociale che attirò l’attenzione anche su quelle categorie di vittime dimenticate negli anni precedenti, come per esempio gli omosessuali, le vittime di esperimenti medici e gli ex lavoratori coatti. Solo dopo la riunificazione della Germania si avviò una nuova fase di elaborazione della colpa, e sotto la pressione della spinta sociale nonché l’incessante pressione internazionale a livello politico, giuridico ed economico si sviluppò un acceso dibattito tra il governo tedesco, il settore industriale e gli Stati Uniti per gli indennizzi agli ex lavoratori coatti: da tali sviluppi nacque la fondazione Erinnerung, Verantwortung und Zukunft con l’obiettivo di dare un ultimo gesto simbolico alle vittime dimenticate.
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Abstract
After the seizure of power in January 1933, Adolf Hitler implemented the first economic policies of the National Socialist party which, however, had no defined and detailed program. High unemployment was the main problem until 1936 when the Third Reich could launch its first four-year plan with the aim of guaranteeing the total availability of goods and means for total war, the ultimate target of the Führer's policy. Political, economic and military choices of National Socialism, as well as strong efforts for a social policy with the aim of not recreating the conditions that had led to the surrender of the Great War, aimed at the ultimate goal of total war to guarantee space and resources for the German population. When Hitler decided to invade Poland in 1939 and World War II broke out, the Third Reich was not sufficiently prepared for a long-lasting war effort in several respects: in particular, the Third Reich was short of basic manpower.
In the early stages of the war, National Socialism could count on manpower reserves guaranteed by the states conquered. The recruitment, both on voluntary and compulsory basis, aimed at gathering workers to be assigned to the agricultural sector firstly and to the industrial sector after on. It was inspired by the experiences for the employment of foreign labour of the Kaiserreich during the Great War. The ideology of National Socialism towards the inferiority of the subjugated populations actually hindered party’s economic objectives. Furthermore, while pursuing the target of total war, the Third Reich had not prepared detailed programs on the employment of foreign labour in time. According to memoirs, the living and working conditions of forced laborers (understood as inmates of concentration camps, prisoners of war and civilian workers) were bad and bordering on sustenance. In addition to the Jewish people, the first victim of National Socialism in terms of perpetrated horror and number of deaths, a cruel fate fell to Soviet prisoners of war and civilian workers as well as Italian military internees, the object of revenge by the Germans as they were considered traitors.
With the end of the Second World War, Germany embarked on a path of re-elaboration of the past and the feeling of guilt with a strong differentiation between West Germany and East Germany. In the former GDR, the issue of guilt and the re-elaboration of the past was completely lacking, while in the Federal Republic the policy of Wiedergutmachung allocated sums of money towards former victims of the National Socialist persecution for decades. During the 1980s, a new social awareness grew and it drew attention to even those categories of victims forgotten in previous years, such as homosexuals, victims of medical experiments and former forced laborers. Only after the reunification of Germany did a new phase in the elaboration of blame begin, and under the force of social pressure as well as international pressure at political, legal and economic level a heated debate developed between the German government, the industrial sector and the United States for compensation to former forced laborers. The debate led to the birth of the foundation Erinnerung, Verantwortung und Zukunft with the aim of giving a last symbolic gesture to forgotten victims.
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