Riassunto analitico
Negli ultimi anni la concezione delle alterazioni nell’assetto emostatico dei pazienti cirrotici ha subito una sostanziale revisione. In passato si riteneva che questi soggetti fossero esclusivamente predisposti allo sviluppo di eventi emorragici, ad oggi le evidenze cliniche suggeriscono che la situazione sia ben più articolata, comportando l’instaurarsi di un nuovo e complesso equilibrio tra fattori pro- e antiemostatici. Tuttavia questo bilancio risulta essere particolarmente instabile e può essere facilmente compromesso da eventi stressanti, causando l’insorgenza di fenomeni emorragici o trombotici in base ai fattori di rischio prevalenti nel paziente in questione. È chiaro, dunque, che i soggetti con epatopatia cronica non siano scoagulati e che, nonostante i risultati dei classici test della coagulazione suggeriscano l’opposto, non siano protetti dallo sviluppo di eventi clinici trombo-embolici, come la trombosi della vena porta (PVT). La PVT è una complicanza frequente e temuta nei pazienti affetti da cirrosi epatica, la cui incidenza risulta essere direttamente proporzionale alla gravità della patologia. La presentazione clinica della trombosi portale è varia e spazia da quadri asintomatici fino a situazioni d’emergenza, come nel caso di infarti intestinali, ma si può anche manifestare con complicanze dovute al repentino incremento pressorio portale, peggiorando l’outcome cinico del paziente. Allo stato attuale delle conoscenze non è possibile definire con chiarezza quale effetto abbia la PVT sulla sopravvivenza dei pazienti cirrotici e il suo impatto sulla progressione della patologia epatica. Il nostro studio si prefigge proprio di valutare la sopravvivenza, il tasso di mortalità e l’avvenimento o meno di episodi di scompenso epatico nei pazienti cirrotici con PVT trattati con enoxaparina sodica, rispetto a soggetti cirrotici senza trombosi portale.
|