Riassunto analitico
Ho analizzato dal punto di vista morfologico e molecolare diversi campioni di Halyomorpha halys, una cimice invasiva originaria dell’Asia e ritrovata recentemente nei pressi di Modena. Questa specie è ormai diffusa negli U.S.A. e in altri stati europei (Svizzera, Ungheria, Grecia, Francia, Germania), ma fino al 2012 non era mai stata trovata in Italia. Il primo ritrovamento è stato effettuato a Vaciglio, nei pressi di Modena, ma altre segnalazioni sono giunte da diverse aree di alcune provincie dell’Emilia Romagna (Reggio Emilia, Modena, Bologna) e da provincie di altre regioni (Lombardia, Piemonte). Risulta importante monitorare la situazione legata a questa specie nel territorio nazionale in quanto è risaputo che provochi ingenti danni a diverse tipologie di frutti e colture, e se si considerano le differenti tipologie di coltivazioni presenti nella sola provincia di Modena si può intuire quanto sia importante stabilire una serie di misure atte a controllare la distribuzione di tale insetto. L’analisi morfologica ha avuto come scopo quello di identificare eventuali peculiarità della specie che permettano di discriminarla nei confronti di altre cimici endemiche tra cui Rhaphigaster nebulosa, mentre l’analisi molecolare ha avuto come finalità quelle di verificare la diversità genetica tra le diverse popolazioni trovate in Italia e di confrontare tale diversità con quella riscontrata in altre nazioni per ipotizzare le possibili rotte di introduzione. Esemplari di ognuno dei cinque stadi larvali, esemplari adulti e alcune uova non fecondate di H. halys oltre ad alcuni esemplari adulti di R. nebulosa sono stati preparati per l’osservazione al Microscopio Elettronico a Scansione Ambientale (ESEM). Per quanto riguarda il protocollo di indagine molecolare sono state analizzate porzioni dei geni mitocondriali codificanti per due subunità della citocromo c ossidasi (cox1 e cox2) di esemplari adulti di H. halys (provenienti da regioni italiane e svizzere) e R. nebulosa (provenienti dalla provincia di Reggio Emilia). L’osservazione all’ESEM ha permesso di evidenziare alcune differenze morfologiche presenti tra i vari stadi larvali e tra ognuno di questi e lo stadio adulto di H. halys, così come sono state riscontrate differenze tra H. halys e R. nebulosa. Inoltre l’osservazione dei segmenti terminali delle zampe ha permesso di osservare alcune strutture tipiche dei pentatomidi ma mai descritte prima in H. halys. I risultati ottenuti a seguito dell’analisi molecolare degli esemplari provenienti dall’Italia hanno permesso di identificare tre aplotipi per il gene cox1 (H1, H3 e H8) e tre aplotipi per il gene cox2 (h1, h3 e h11); per quanto riguarda cox1, tutti gli esemplari emiliano-romagnoli condividono lo stesso aplotipo (H1), quelli lombardi ne presentano tre (H1, H3, H8) mentre quelli svizzeri ne possiedono solo uno (H3). Per cox2, come già osservato per cox1, tutti gli esemplari provenienti dall’Emilia Romagna condividono lo stesso aplotipo (h1), mentre la popolazione lombarda mostra due aplotipi diversi (h3 e h11), uno dei quali è condiviso con i campioni del Canton Ticino (h3). L’analisi combinata di entrambi i geni mostra quindi un totale di quattro aplotipi italiani che differiscono di poco rispetto a quelli trovati nel Canton Ticino. Uno studio morfologico così approfondito non è mai stato condotto su H. halys, motivo per cui in questo elaborato sono state proposte una serie di ipotesi che necessitano di ulteriori approfondimenti. I dati molecolari indicano la presenza di due popolazioni differenti di H. halys, una in Emilia Romagna e una in Lombardia, che con ogni probabilità hanno avuto origine in seguito a due processi invasivi differenti. Infatti, mentre la popolazione lombarda condivide degli aplotipi con gli individui provenienti dall’Asia e dalla Svizzera, gli esemplari emiliano-romagnoli condividono i loro aplotipi con quelli asiatici e nord americani.
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