Riassunto analitico
Con il presente studio si vuole proporre un’analisi di tre romanzi britannici contemporanei ascrivibili al Queer Gothic, un sottogenere del fenomeno gotico nel quale i discorsi – impliciti o espliciti – sulle alternative alla normatività acquistano particolare rilevanza tematica. Tali romanzi sono Affinity (1999) di Sarah Waters, White is for Witching (2009) di Helen Oyeyemi e The Daylight Gate (2012) di Jeanette Winterson, e al loro interno la normatività – insieme ai valori tradizionali che cerca di imporre – viene sfidata in vari modi. Nel capitolo introduttivo dell’elaborato si propone un breve excursus sulla letteratura gotica, a partire dalle sue origini – con la pubblicazione di The Castle of Otranto da parte di Horace Walpole nel 1764 – per poi arrivare alla sua iterazione odierna. Analizzando l’evoluzione del fenomeno – ormai non più circoscrivibile al solo mondo letterario – emerge una difficoltà nel definire con precisione che cosa sia il Gotico contemporaneo, il quale si configura come resistente a qualunque categorizzazione: questo è il primo punto di contatto con il queer. Per arrivare al punto focale della tesi, si tenta infatti di delineare il concetto di queer, partendo dalla sua introduzione in ambito accademico all’interno dei lesbian and gay studies negli anni Novanta del Novecento; vengono presi in considerazione gli apporti che la teoria queer ha ricevuto – tra gli altri – da Michel Foucault, Eve Kosofsky Sedgwick, Judith Butler e Jonathan Dollimore, tutte figure che sono state retroattivamente indicate come fondatrici della stessa e che le hanno permesso di diventare una disciplina a sé stante. Una volta appurato che l’indefinibilità è un vero e proprio principio cardine del queer, riconosciuta dagli studiosi del settore come punto di forza e non di debolezza, non resta che concentrarsi sul suo funzionamento piuttosto che sulla sua definizione. La sua funzione, per l’appunto, è quella di rendere nota l’instabilità delle categorie identitarie rigide e convenzionalmente prestabilite, facendole emergere per quello che sono davvero: costruzioni socialmente e storicamente determinate. È queer, quindi, tutto ciò che si oppone alla normatività, in ambito sessuale come in ambito culturale, etnico, religioso, di genere e così via. Proprio per questo motivo, si possono prendere per vere le parole di William Hughes e Andrew Smith quando affermano “Gothic has, in a sense, always been ‘queer’”. L’ampiezza del concetto di queer, unita alla sua continua evoluzione e ridefinizione – che si riflette nel costante divenire dello stesso Queer Gothic – spiega perché, nell’analisi dei tre romanzi in esame, si dovranno prendere in considerazione anche elementi derivanti da altri sottogeneri del fenomeno gotico, nello specifico il Female Gothic e il Postcolonial Gothic. Da un breve resoconto, è possibile notare come anche questi – nella contemporaneità – siano andati incontro a una perdita di specificità, aprendosi sempre più e finendo per legarsi a nozioni di teoria queer: obiettivo di questa tesi, di fatti, è mettere in luce i modi in cui il queer riunisce entro il proprio umbrella term movimenti così apparentemente diversi e slegati fra loro. Nel corso dell’analisi dei romanzi selezionati, particolare attenzione sarà rivolta al tema della trasgressione dei confini, centrale tanto al fenomeno gotico quanto alla teoria queer.
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