Riassunto analitico
Questo elaborato si propone di analizzare il modello di “indian secularism” o “laicità indiana”, nella versione proposta dal professore Rajeev Bhargava, alla luce del contributo che può apportare per arginare la crisi sempre più profonda in cui versano i “secolarismi” occidentali di fronte agli ineluttabili cambiamenti socio-culturali, che ispirano politiche di riforma che non lasciano esente il diritto positivo. Bhargava ha sviluppato una propria concezione del rapporto tra Stato e religioni basata sulla “principled distance”, una “distanza di principio” che si contrappone all’idea che lo Stato debba essere totalmente separato dalla religione e che deve essere messa in atto nel rispetto, in particolare, dei valori della libertà di confessione e non discriminazione delle minoranze. Si tratta di un modello di secolarismo nato da un’esperienza giuridica e culturale agli antipodi rispetto a quella europea e per questo la trattazione approfondirà in primo luogo il contesto indiano, lo stretto legame tra le componenti tradizionali del diritto e la religione, e la principale giurisprudenza della Corte Suprema in materia. In seguito si prenderanno in considerazione i due principali modelli di laicità in Occidente: l’american secularism e la laïcité francese, mettendone in evidenza i caratteri e gli aspetti di crisi che sostengono l’abbandono del concetto odierno di laicità a favore di una società meno inclusiva. Da ultimo si esporrà la debolezza ed infondatezza di tali critiche riferendosi alla teoria del professor Bhargava che arriva a formulare una concezione del principio del secolarismo che può trovare applicazione in ogni contesto che ne dimostri la necessità.
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